S’è svolto questa mattina, nell’Aula Commissioni di Palazzo Campanella, il confronto tra i candidati alla Presidenza della Regione Calabria fortemente voluto da gruppi e associazioni giovanili calabresi.
A partecipare – moderati dal giornalista Riccardo Giacoia – tanti valenti giovani – innestati dall’attore reggino Gennaro Calabrese, che ha curato un video di sensibilizzazione dei giovani calabresi al voto, e Laura Cirella del consorzio Macramè –, in testa Giulia Melissari, responsabile del Gruppo giovani Agape.
E tre aspiranti Governatori su quattro: presenti Luigi de Magistris, Mario Occhiuto e Mario Oliverio. Assente per impegni sopravvenuti Amalia Bruni, che ha comunque porto il suo saluto in collegamento telefonico.
L’occasione ha anche incarnato il momento conclusivo del progetto d’educazione civica Mettiamoci una croce sopra, promosso da Centro comunitario Agape e 13 scuole superiori calabresi. Un progetto a margine del quale gli stessi giovani hanno redatto un Manifesto d’idee e proposte che, al termine dell’iniziativa, i tre candidati alla Presidenza presenti in sala hanno sottoscritto.
Per circa un’ora si sono dipanati gli interventi dei giovani, in rappresentanza di quei 250mila giovani tra i 18 e i 30 anni chiamati alle urne il 3 e 4 ottobre.
Tantissime le idee e i contributi snocciolati, dall’esigenza di tener conto dell’esistenza e della valenza propositiva dei giovani all’urgenza d’ammodernare orientamento post lauream e formazione professionale.
Ovvero, dalla chance d’avere una legge regionale sul servizio civile fino all’urgenza di attivare un alto numero di centri giovanili d’aggregazione quali «segnale di speranza, di progettazione, di confronto intergenerazionale» e per combattere povertà educativa e la solitudine diffusa anche tra i giovani.
Tutte proposte ascoltate con attenzione e in rigoroso silenzio (lo stesso praticato dai giovani quando è stato il turno d’ascoltare) dai politici presenti.
«Anch’io ho seguito il sogno della mia vita, fare il magistrato: e mi sono scontrato con un sistema di corruzione diffuso in questa terra, ma anche altrove – così Luigi de Magistris –. Sono caduto, mi son rialzato. Condivido appieno il vostro documento, ma porto anche qualche testimonianza. Da sindaco di Napoli, per dire, fin da sùbito ho istituito l’Assessorato ai Giovani, assegnato ad Alessandra Clemente, che ha visto la madre Silvia Ruotolo essere uccisa come vittima innocente della camorra. E poi sono tante le cose che si possono fare, alla guida della Regione, che non sono pratiche clientelari ma sostenere chi fa impresa o ha idee creative: nel giro di 10 anni, ad esempio, Napoli è diventato il set all’aperto più importante d’Europa, con centinaia di giovani che hanno trovato lavoro proprio grazie a questo risultato».
Ma c’è anche altro. Per esempio, «il patrimonio immobiliare in Calabria è immenso: un po’ come per i beni confiscati alla ‘ndrangheta, questi beni si possono riqualificare e assegnare in gestione a cooperative di giovani. Occorre invertire la rotta immediatamente – osserva il sindaco di Napoli uscente –. E peraltro anche in politica dico “basta” alla narrazione che vuole i giovani scarsamente partecipi e sempre marginalizzati. Io ho avuto in squadra diversi giovani tra i 25 e i 30 anni; due, anche provenienti da Centri sociali. Serve poi fare concorsi, per reclutare giovani che immettono nella Pubblica amministrazione freschezza, fantasia, creatività. Doti delle quali, dall’agricoltura al turismo, dal digitale ai beni culturali, interi settori non possono letteralmente fare a meno.
Voglio dire però anche che, nel tornare in Calabria, ciò che ho trovato più devastato è proprio “la cornice”, ciò che il settore pubblico deve dare: la politica deve presidiare il territorio e creare le precondizioni affinché si possa scegliere validamente tra il bene e il male».
«Noi politici stiamo progressivamente impoverendo la nostra regione della sua principale risorsa, che sono proprio i giovani. Per cui, a me – ha “preso il toro per le corna” il candidato Governatore del centrodestra, Roberto Occhiuto – piacerebbe molto governare con i giovani. La stessa formazione professionale non ha prodotto le precondizioni giuste affinché i nostri giovani potessero trovare lavoro; e rimane enorme la distanza tra l’offerta di lavoro e l’effettiva domanda di lavoro da parte delle imprese sul territorio. In questo senso, accorciare questa distanza sarebbe già un grandissimo risultato».
«Il processo a cui sto pensando io, devo dire – aggiunge Occhiuto –, è incentrato sulle garanzie per i giovani imprenditori: una volta identificata l’idea d’azienda che un giovane vuole mettere in piedi, la cosa più difficile è riuscire a fornire le adeguate garanzie agli istituti di credito che potrebbero affidare loro le somme necessarie a sviluppare la propria attività. La Regione potrebbe svolgere proprio questo ruolo; o ancor meglio Fincalabra, ove diventasse finalmente la Finanziaria regionale che potrebbe diventare. Dico anche che mi aspetto molto dalle Università, però vorrei avessero un ruolo più propositivo: le Università calabrese formano bene, formano studenti straordinari. Io credo però che questo capitale umano possa poi trovare occupazione qui in Calabria se c’è una Regione che ne crea le precondizioni, ma al contempo pure se riesce ad attrarre investitori in questo territorio.
E poi, certo, un grande contributo ai giovani io lo chiedo nella direzione di rinnovare la burocrazia regionale… Anche qui: sì, i concorsi, possibilmente evitando alcune storture che si sono verificati con tutti i Governi regionali precedenti di questi decenni peraltro aumentando in modo errato la spesa pubblica. Io vorrei valutare, insieme al Governo centrale, la possibilità d’effettuare una selezione in cui i titoli siano prevalenti rispetto alle prove selettive di colloquio e, insomma, ci possa essere l’apertura a energie che possano avere ricadute importantissime per il territorio. Vorrei però dire anche: diamo uno sguardo agli ultimi…
Quando avevo la vostra età facevo volontariato in un’associazione, “San Pancrazio”, e facevo doposcuola ai giovani a rischio dispersione scolastica. Ecco, mentre voi parlavate di “psicologo a scuola” io pensavo proprio ai tanti ragazzi che purtroppo alle Superiori spesso neanche ci arrivano… Io mi considero un giovane calabrese fortunato, che ha avuto la possibilità d’affermarsi anche nella politica nazionale; però vorrei raccontare a tutti, come da mio slogan La Calabria che non t’aspetti, che c’è pure una Calabria ben diversa da come la si racconta».
«Luoghi comuni e tendenze alla “lamentazione” sono fattori dai quali i calabresi a mio avviso debbono liberarsi – così Mario Oliverio –. La “vulgata” è che la Calabria è una terra in cui tutto va male: anche quei timidi segnali positivi che, pure, esistono vengono sempre travolti da quest’enorme ondata negativa. E non va bene, perché questo contribuisce a far prevalere la rassegnazione. Chiaramente, si può ovviare solo con un lento processo culturale; e ancor più, solo se i giovani si mettono in campo. Non basta la Consulta di per sé, eh: in molti casi sono rimasti aridi organismi istituzionalizzati. Se questo però diventa l’inizio di un cammino, la cosa è completamente diversa… Quindi non fate l’errore di ritenere questo un incontro in preparazione del 3 e 4 ottobre: assumetelo come metodo, come spazio per dar voce alle problematiche dei giovani, e ancor di più per sospingere e pretendere l’interlocuzione».
Rimane il macroscopico problema della desertificazione. «Qui però non dobbiamo prenderci in giro: non è certo un problema “della Calabria”, ma è comune a tutto il Mezzogiorno. Se non si restituisce centralità al Sud d’Italia, anche grazie al green new deal di cui oggi tanto si parla, questa tendenza non riusciremo a invertirla – asserisce l’ex Presidente della Giunta regionale –, il cambio di passo si può ottenere solo grazie alla progettualità da parte della Regione insieme a un deciso protagonismo dei nostri giovani. Le start-up, peraltro, sono sempre di più: e il lavoro, vorrei ricordarlo, è il cuore della questione.
Il settore dell’agricoltura, in Calabria, ha visto sorgere moltissime start-up e applicarsi un’enorme innovazione tecnologica, molte imprese calabresi in questo senso non hanno nulla da invidiare a grandi aziende agricole del Nord. Perché faccio quest’esempio? L’agroalimentare costituisce un piccolo esempio che va incentivato ed esteso all’intero mondo economico e produttivo. Ma si parlava prima del diritto allo studio: prima del mio mandato, veniva finanziato solo il 33-34% degli aventi diritto alle borse di studio. Sotto la mia Presidenza, la Regione garantì l’apporto finanziario per il 100% degli aventi diritto. E a proposito di creatività, visto che anche di questo s’è parlato a più riprese: io investii 10-12 milioni di euro per rivitalizzare la Film Commission, è finita con 1,2 milioni per 7 minuti di cortometraggio di Gabriele Muccino… se lo avesse fatto Oliverio, sarebbe scoppiato il finimondo».
A conclusione, l’invito dell’anima del Centro comunitario Agape, Mario Nasone, a consentire nella prossima consiliatura che Palazzo Campanella sia finalmente frequentato «da quelli che dovrebbero esserne gli ospiti principali: i giovani».
Arriva quindi la partecipazione telefonica di Amalia Bruni (che peraltro a Reggio oggi ci sarà davvero: ma alle 20, per un’iniziativa elettorale in piazza Camagna).
*«Mi spiace di non essere con voi, ma ho analizzato con attenzione il vostro documento. Come madre, come ricercatrice non posso più permettere che voi ve ne andiate – riflette la Bruni -: le vostre bellissime idee le vedremo insieme, perché dobbiamo lavorare insieme, siete voi stessi a dover essere in prima fila per costruire il vostro futuro».
Richiesta finale di Giulia Melissari, l’altra “anima” dell’iniziativa e responsabile del gruppo giovanile del Centro comunitario Agape, ai tre candidati alla Presidenza presenti in Aula Commissioni: firmare il “manifesto”, nell’auspicio – esplicitato – che si tratti però di una firma, di un impegno effettivamente garantiti con convinzione.