REGGIO CALABRIA – Analisi del voto pubblica per il Partito comunista dei lavoratori che, si ricorderà, aveva dato quale unica indicazione di voto il non recarsi alle urne.
«Dal voto del 3 ottobre ’21 il governo Draghi esce più forte. Il pericolo di uno sfondamento a destra è stato superato. Il montare dell’anti politica, di segno chiaramente reazionario, si è ritorto contro la stessa destra – così Pino Siclari & C. – penalizzata da un fortissimo astensionismo. Ne ha beneficiato soprattutto il Pd, che si presenta come partito di riferimento della grande borghesia. Si spengono, non improvvisamente, le cinque stelle. In questo quadro un elemento disomogeneo è costituito dalla Calabria. Qui l’astensionismo (pari al 55% del corpo elettorale) penalizza fortemente una pseudosinistra imbelle, grettamente governista e paralizzata da risse interne e faide meschine – affermano dal Partito comunista dei lavoratori -. Il forzista Occhiuto (54%) doppia Amalia Bruni – PD (poco oltre il 25%) e ridimensiona il sogno anti politico di De Magistris (poco sopra al 15%). Qui appare ancora più chiara la cecità politica di quelle forze di estrema sinistra che, in una logica di accattonaggio elettorale, si sono imbarcate, per l’ennesima volta, in una catastrofe preannunciata come fu quella della campagna di Russia per Napoleone».
Al di là dell’analisi, c’è la riproposizione del posizionamento elettorale del Pcl. «L’assenza di una forza con chiari connotati di classe aveva portato il Pcl a pronunciarsi, in Calabria, per l’astensione. Per il resto, lo stesso Pcl consegue un risultato elettorale modesto nei numeri ma, al tempo stesso, si ripropone come un soggetto fedele al campo sociale dei lavoratori e degli oppressi la cui presenza è indispensabile per la costruzione della necessaria alternativa socialista.