Sul singolo candidato alle Regionali di ottobre e sulla lista in cui risulterà inserito, sia il cittadino-elettore a pronunciarsi. Ma l’aspirante Leo Battaglia (dovrebbe figurare nelle liste della Lega, ovviamente non ancòra depositate) “firma” un gesto assai poco rispettoso dell’ambiente.
A Ferragosto, giusto per amplificare il clamore della “campagna”, ha fatto lanciare per via aerea migliaia di volantini elettorali in buste plastificate.
All’interno, sorpresa!, non il classico depliant. Ma una mascherina antiCoronavirus “griffata” col nome dell’aspirante a uno scranno a Palazzo Campanella e il simbolo del Carroccio.
Il problemino sta nel fatto che, essendo state gettate giù da un velivolo, centinaia e centinaia di bustine di plastica sono finite in mare.
Cioè l’ultimo posto al mondo dove dovrebbe essere immessa plastica. Che, com’è noto, inquina i fondali; quando non viene ingerita da pesci o tartarughe marine, causando loro atroci sofferenze.
Nel giro di poche ore, questa scorrettissima forma di campagna elettorale diventa “virale”, in Calabria e su scala nazionale. Tutti, ma proprio tutti commentano in modo impietoso il gesto postando le foto dei “kit elettorali” sulla sabbia o appena raccolti dall’acqua del mare in cui stavano facendo il bagno. Singoli cittadini, bagnanti, amministratori, esponenti di formazioni ecologiste, operatori culturali… Tutti, accompagnando le eloquenti foto con parole non proprio carine verso l’autore di una campagna elettorale così – diciamo – disinvolta.
Insomma, un boomerang mediatico clamoroso.
Anche perché, si sa, à la guerre comme à la guerre… e quindi tanti sono stati pure gli avversari politici a criticare pesantemente il “genio” di turno.
A tempo di record, si registra comunque la replica dell’interessato. Che risponde con sdegno. E finge d’aver subìto un attacco politico «delle Sinistre» (solo per dirne una, anche la Fiamma tricolore ha espresso critiche severissime).
E Battaglia si dice «veramente perplesso» degli attacchi rivoltigli. Invece il suo – si pensi – sarebbe stato soltanto un bel gesto, per «sensibilizzare i bagnanti verso l’utilizzo dei sistemi di protezione individuale» (mascherine).
Di più: nessun inquinamento sarebbe stato perpetrato. Perché «le mascherine che non sono state raccolte dai bagnanti sono state prese da una squadra di miei amici – fa sapere l’interessato -, che hanno provveduto e stanno provvedendo a raccoglierle per donarle ad altre persone».
E poi, certo, c’è la pubblicità (elettorale) comparativa. «È da apprezzare la visita di Salvini in Aspromonte nei luoghi degli incendi – scrive Leo Battaglia – e che va a dare sostegno e cordoglio alle famiglie che hanno perso tanti cari. Mi domando: dove vanno i cosiddetti “criticatori” di sinistra? Ve lo dico io: “spaparanzati” al mare o in montagna a fare i “leoni da tastiera…”».
Ma sono credibili le argomentazioni del politico del Carroccio? Azzardato dire di sì.
Anche perché, a proposito di campagna elettorale che ignora la parola “sobrietà” e viola l’ecosistema, c’è un precedente alquanto grave sul groppone di Battaglia.
Alle Regionali del gennaio 2020, l’(anche allora) aspirante consigliere regionale invase muraglioni e prospetti dei viadotti con enormi, invasive (e ovviamente non autorizzate) scritte murarie. Per lo più, lungo arterie stradali trafficatissime, in modo che gli orrendi murales elettorali fossero visti dal maggior numero di potenziali elettorali.
Claim, si fa per dire: «Leo Battaglia alla Regione».
Ora come allora, da Matteo Salvini e dai vertici nazionali del Carroccio silenzio assoluto, come se il “caso” neanche esistesse.
Ma sono tanti, tantissimi pure gli sfottò, gli scritti sarcastici e i meme realizzati in chiave critica verso il gesto elettoralistico antiecologico dell’aspirante consigliere Battaglia.
Tempostretto segnala, tra l’altro, la garbata ma efficacissima satira di Giuseppe Pizzini sui social network. Pronto a evidenziare che il politico, come le stesse scritte murarie evidenzierebbero, all’anagrafe in realtà s’è registrato direttamente come Leo Battaglia Alla Regione. E a rimarcare: «Non me lo sarei mai aspettato: lo seguo da diverse tornate elettorali e s’è sempre contraddistinto per il suo buon gusto e la sua pacatezza». Finendo per ipotizzare un misterico «complotto» da parte d’avversari desiderosi di screditarlo; finanche del suo stesso fratello gemello…
Sì, perché Battaglia non è “solo” lo stesso Battaglia delle orrende, deturpanti scritte murarie. No. È anche lo stesso Leo Battaglia che durante la campagna elettorale per le Regionali del gennaio 2020 in più comizi si fece sostituire dal fratello gemello, Francesco.
Proprio vero: a volte, la realtà supera la fantasia.