Di sicuro, sono Regionali molto complesse. A poche ore dalla sua “visita” reggina ad Arghillà, Carlo Tansi affronta un nuovo divorzio. Dopo quello voluto da Luigi de Magistris e dal “TanDem” che formavano insieme, ora è Rifondazione comunista a separare la propria strada da quella degli “arancioni”.
Con Tansi – spiega il segretario regionale del Prc Pino Scarpelli – «Rifondazione Comunista calabrese ha iniziato lo scorso autunno una positiva interlocuzione». Scopo comune, «liberare la Calabria da quel male che l’ha distrutta in questi decenni, la corruzione e il malaffare del ceto politico e amministrativo». Sposando poi convintamente il successivo incontro con Luigi de Magistris nell’intenzione d’«operare una trasformazione radicale» nella regione. Al punto da invitare più volte a «compiere i giusti passi» per suturare la separazione.
Ora però Carlo Tansi, colpito dalla figura di Amalia Bruni, ha annunciato un percorso con la ricercatrice, evidentemente insieme allo schieramento che la supporta. «Per noi non è un problema di composizione delle liste né di presupposte “pulizie” da operare o valutazioni da fare sulle presunte “presentabilità” di alcune candidature. Le incandidabilità si decidono nelle sedi opportune e non derivano da visioni soggettive. Per noi, invece, è un problema di scelta politica: l’impossibilità di allearsi, all’infuori dei piccoli Comuni, con il Partito Democratico». Un Pd che Scarpelli & C. ravvisano «totalmente all’interno del campo neoliberista e le cui politiche sono oggettivamente rivolte alla riduzione dei diritti sociali e del mondo del lavoro».
Ecco perché lo stop del (fin qui) cammino congiunto con Tesoro Calabria e compagnia verso le Regionali. Insieme all’appello a «non cadere nelle trappole di chi, a seconda della convenienza particolare, a Roma va a braccetto con il Pd e in alcuni territori, dove non viene soddisfatto nelle sue richieste, si colloca diversamente».