REGGIO CALABRIA – Partita molto tesa e importante, come sempre, quella per i voti tra le liste di ogni coalizione e, all’interno delle liste, per le preferenze tra i 7 candidati di ciascuna lista.
Intanto, il risultato su scala provinciale è definitivo già da un po’: computati i suffragi di tutt’e 698 le sezioni elettorali coinvolte.
“Vola” al 60% Roberto Occhiuto (59,92%, per essere precisi), in una sfida che sul territorio non ha mai avuto storia. Si ferma a meno della metà, al 24,87%, la coalizione di centrosinistra con la sua candidata Amalia Bruni: entrambe dovranno meditare parecchio sugli errori commessi.
Luigi de Magistris, qui, “bene ma non benissimo”: il candidato alla Presidenza centra un buon 13,30%, ma nessuna delle sue liste da queste parti raggiunge il 4 per cento. Mario Oliverio & C. si fermano all’1,91.
La “parte del leone” la fa Forza Italia, dove s’annidano autentici “campioni di preferenze”. Sbanca, nel Reggino, il presidente del Consiglio regionale uscente Giovanni Arruzzolo: sue sono 13.600 preferenze nette. A seguire, il giovane Giuseppe Mattiani che “si supera”: da santelliano, 7.724 suffragi personali nel gennaio 2020, adesso da forzista 11.268. A ridosso dei 10mila il comunque ottimo esito del presidente uscente della Commissione regionale di Vigilanza Mimmo Giannetta: 9.991 le preferenze per l’ex sindaco di Oppido Mamertina (e pensare che ha rinunciato al seggio a Montecitorio già conquistato…).
In Fratelli d’Italia, si conferma “mattatore” l’uscente Peppe Neri con 5.886 suffragi; lo tallona letteralmente il sindaco di Locri Giovanni Calabrese (5.259). Intorno ai 2.500 sia l’ex consigliera comunale reggina Monica Falcomatà sia, leggermente più giù, l’ex presidente della Commissione regionale Pari opportunità Giovanna Cusumano. Niente da fare anche per l’ex Garante per i diritti dei minori Antonio Marziale: il sociologo taurianovese finisce quinto su 7 contendenti, incassando poco più di 2mila voti.
L’uscente Giacomo Crinò, letteralmente “onnipresente” coi suoi manifesti elettorali, lo è anche alle urne, sfiorando quota-7mila nella lista Forza Azzurri (6.965). Il secondo di lista, distanziato, è il riconfermato sindaco di Roghudi Pierpaolo Zavettieri: 5.041 suffragi per lui. Buona prova pure per un altro uscente, Raffaele Sainato, che si ferma a 4.486 preferenze personali.
Nella Lega, débacle per il capogruppo uscente Tilde Minasi: l’ex assessore comunale di Reggio Calabria strappa 3.417 consensi, che però non servono a granché a fronte della “potenza di fuoco” di Giuseppe Gelardi (primo nella lista del Carroccio a quota-4.920) e Stefano Princi (nelle immediatezze di Gelardi, con 4.343 voti). Si ferma a 2mila preferenze tonde il sindaco facente funzioni di Villa San Giovanni Maria Grazia Richichi.
In Coraggio Italia, la “battaglia” era tra l’ex forzista Salvatore Cirillo, che la spunta ottenendo 3.247 consensi, e Serena Anghelone, sorella del responsabile provinciale del partito e consigliere comunale oggi all’opposizione Saverio, che ne prende 2.925.
Nonostante i lunghi trascorsi in Consiglio comunale e il blasone di famiglia (il padre Candeloro, già nel Psi, ha trascorsi politici anche a Palazzo Campanella), più staccato Pasquale Imbalzano, con 2.491; poco più giù Cetty Scarcella, vicecoordinatrice nazionale dei giovani di Brugnaro&Toti.
Dentro Noi con l’Italia, pas de deux tra l’ex sindaco di Siderno Riccardo Ritorto (che prevale con 3.589 suffragi) e il consigliere comunale reggino Tonino Maiolino (poco più indietro, a 3.438). Terza piazza per l’ex consigliere comunale scopellitiano Peppe Sergi, con 1.165 preferenze.
Nell’Udc, poco più di mille voti per Nino Vadalà: male, tra gli altri, l’ex sindaco di Cardeto Pietro Fallanca (789).
Pur nella sconfitta, fanno sensazione – come ampiamente nelle previsioni – le proporzioni “leonine” della “potenza di fuoco” della lista unica del Partito democratico rispetto agli avversari. Il 14,14% del Pd, per dire, è il triplo del modesto 5,78% del Movimento Cinquestelle (mattatore assoluto delle Politiche 2018 un po’ in tutto il Sud, e anche nel Reggino).
La “corazzata”, si sapeva, nel centrosinistra era la lista del Partito democratico. Tuttavia, nella sconfitta, tutti i big perdono terreno rispetto a performances elettorali precedenti.
Ottima dunque la prova dell’ex presidente del Consiglio regionale Nicola Irto, fra i pochi in tutta la Circoscrizione elettorale Calabria Sud a stare sopra quota-10mila (10.333 i suffragi a suo favore). Per la seconda postazione, la “lotta al coltello” tra il falcomatiano “di ferro” Giovanni Muraca e l’uscente ex Sinistra radicale Antonio Billari si risolve a fare dell’assessore reggino ai Lavori pubblici e alle Grandi opere in carica: 5.840 le preferenze conquistate da Muraca, alla sua prima candidatura regionale, contro le 5.315 di Billari. Quest’ultimo, coi Democratici progressisti, meno di due anni fa ne aveva “strappate” 6.268 (che inizialmente, peraltro, neppure gli erano bastate per entrare in Consiglio).
Quasi un flop la rinnovata candidatura di “Mimmetto” Battaglia, ko per la seconda volta in due anni: nel 2014 aveva fatto tremare il Palazzo, conquistando quasi 10.500 suffragi, ridimensionati a 6.141 lo scorso anno. Adesso ne ha presi “appena” 3.524.
Mai davvero in partita le tre candidate dèm – inclusa l’ex segretaria provinciale della Cgil Mimma Pacifici -, con tanti saluti allo spirito della doppia preferenza di genere.
Rispetto ai pentastellati, invece, “spadroneggia” letteralmente Tito Nastasi, che sfiora le 3mila preferenze (ne raccoglie 2.858) e dovrebbe entrare senz’altro a Palazzo Campanella. Filippo Zavaglia e Fabio Foti superano comunque quota-1.100.
Imbarazzante il “vuoto pneumatico” elettorale delle residue 5 liste (su 7) che, messe insieme, non toccano il 5% di suffragi, con ben 3 (Europa Verde, Partito animalista, Psi) sotto lo 0,5 per cento, in modo particolarmente triste per il partito che fu di Francesco Turati e Pietro Nenni, nella cui lista il candidato più votato non tocca neppure le 100 preferenze personali. Al 2,27% la “presidenziale” di Amalia Bruni “La Calabria SiCura”, peraltro ampiamente trainata dagli oltre 1.200 voti del rizziconese consigliere uscente Marcello Anastasi e dai quasi mille dell’ex consigliere comunale di Reggio Calabria Nino Liotta.
Tonfo clamoroso dai fasti del gennaio 2020 per Carlo Tansi e la sua lista unica Tesoro Calabria, che piomba a un risicatissimo 1,56 per cento e in cui tutti i candidati restano sotto le 900 preferenze.
Qui come altrove ad andar meglio sono nettamente le due civiche “presidenziali”: Dema è al 3,77% nella circoscrizione Calabria Sud, de Magistris Presidente al 3,41.
Spigolando tra i candidati, con 2.217 preferenze Saverio Pazzano riporta un ottimo successo in Dema, Franco Mileto è a quota 1.906.
Quanto a de Magistris Presidente, come da pronostico il più votato è il sindaco di Campo Calabro Sandro Repaci, che tocca le 2.128 preferenze; l’ex candidata sindaco di Reggio Maria Laura Tortorella è a 723. Tra gli altri l’ex amministratore unico di Atam Franco Perrelli è a quota 594, a 422 l’ex sindaco di Bova Carmelo Nucera.
Con 2.645 suffragi, parecchi anche di protesta contro la nota, recente e durissima condanna in primo grado, Mimmo Lucano è senz’altro il più votato della sua coalizione, nella lista Un’altra Calabria è possibile, dove però il più votato degli altri candidati si ferma a 641 voti: è l’ex sindaco di Benestare Rosario Rocca.
Tutti sotto i mille voti in Per la Calabria con de Magistris e Uniti per de Magistris; e anche nel “fanalino di coda” Calabria resistente e solidale, a eccezione del solo Pasquale Fascì, che si posiziona a 1.092.
Nel pattuglione schierato nel Reggino dall’ex Governatore calabrese Mario Oliverio, solo l’ex consigliere regionale Francesco D’Agostino prende voti “seri”: sono 2.428 preferenze. Parecchie ma, naturalmente, insufficienti a traghettare la lista verso un’affermazione significativa.
Tra i candidati, si ferma a 282 suffragi l’ex componente del Cda di Fincalabra Giuliana Barberi e non va oltre i 152 voti l’editore del periodico locrideo La Riviera Rosario Condarcuri.