Per onestà intellettuale occorre dire che neanche i tanto contestati Luciano Ordile e Paolo Magaudda sono mai arrivati a questo. Già, perché il regolamento dell’Ente Teatro Vittorio Emanuele che il Cda si appresta a votare (la seduta è fissata per lunedì) ha dell’incredibile. In particolare l’art.8 sancisce il trionfo della discrezionalità nelle scelte per gli incarichi sia ad esterni che alle maestranze, dalla sarta al tecnico delle luci passando per il maestro d’orchestra.
Quando le due “pecore nere” del Cda, Laura Pulejo e Totò Urso hanno letto il regolamento predisposto dal sovrintendente Antonio Saija, non sono potuti restare in silenzio, e, nonostante da mesi siano stati redarguiti per “non aver mai lavato i panni in famiglia”, hanno deciso che la città doveva conoscere un pacchetto di norme che lascia in mano ai vertici dell’Ente la totale possibilità di scegliersi chi vuole in barba a qualsiasi forma di selezione, competenza, graduatoria e anzianità.
Così stamattina, nel Salone delle Bandiere di Palazzo Zanca, i due componenti del Cda e i consiglieri comunali ex CMdb Nina Lo Presti e Gino Sturniolo hanno incontrato in assemblea gli orchestrali e le maestranze per spiegare in quali modi li si sta mettendo alla porta per sempre dopo quasi 20 anni di lavoro e decidere il da farsi per provare a scongiurare il peggio.
“Non vogliamo ingerire nelle decisioni del Cda- ha premesso Nina Lo Presti- ma non possiamo stare zitti. Dopo la nomina del sovrintendente sono successe cose strane. Urso e Pulejo vengono tacciati se per caso parlano con i giornalisti o sono in disaccordo. Le nomine dei direttori artistici mentre nel 2013 vengono annunciate con una selezione gratuita diventano poi onerose ed alle mie interrogazioni ancora non ho avuto risposta. Gli atti non rispondono più al criterio di trasparenza. In ultimo, questo regolamento è intollerabile perché consente ampia discrezionalità a sovrintendente e direttori artistici. La partecipazione non è qualcosa che avviene dopo l’emanazione del provvedimento, ma prima. La partecipazione ex post non è affatto partecipazione, per questo dobbiamo muoverci adesso”.
In sintesi, come spiegato da Lo Presti e Sturniolo, in base al regolamento della “nuova gestione” dell’Ente, gli incarichi esterni, ad esempio, ad avvocati, giornalisti, commercialisti etc, poiché appartenenti ad albi dell’ordine saranno a discrezione dei vertici, senza selezione, graduatoria. Per quel che riguarda maestranze ed orchestrali è previsto, all’art.38, un albo (o elenco) al quale si attingerà sempre senza alcuna regola se non quella del criterio arbitrario e personale, in barba alle graduatorie, all’anzianità, all’esperienza, alla competenza, ai concorsi espletati in passato. Ma c’è una clausola illuminante: chi ha un contenzioso con l’Ente non potrà accedere all’elenco. Con un colpo di penna sono stati messi fuori dopo 20 anni maestri d’orchestra e maestranze e non perché siano guerrafondai incalliti, ma semplicemente perché, per difendere il diritto al lavoro hanno fatto causa all’Ente.
Dovevamo aspettare la “rivoluzione” per vedere buttati fuori dal teatro quelli che lo hanno reso tale negli ultimi decenni, giacchè, ad esempio, sono stati assunti fior fiori di amministrativi e neanche una sarta o un falegname, per non parlare degli orchestrali, nonostante la legge del 2005 che ne fissava la stabilizzazione.
“Dobbiamo impedire che venga approvato questo regolamento- ha commentato Gino Sturniolo- Non si possono tenere gli orchestrali e le maestranze nella precarietà. Immagino che un’orchestra stabile sia funzionale anche alla qualità, nn puoi cambiare orchestrali ogni mese, sarebbe come se un allenatore cambiasse formazione ogni domenica. Ma quel che è peggio è che questo regolamento non riconosce alle maestranze lo status di lavoratori, perché gli impedisce, se vogliono far parte dell’albo di rivendicare i loro diritti di lavoratori in sede giudiziaria. Questo è comprensibile per un consulente o un esperto, ma non per un lavoratore”.
Lunedì saranno programmate azioni di protesta, mentre nel frattempo, è probabile che i due Cda ribelli finiscano dietro la lavagna per sempre per aver raccontato all’esterno del Palazzo quello che stava accadendo. La “prova generale” del regolamento è stata fatta con i giornalisti, scelti da Saija senza selezione, e visto che ha funzionato, si sta procedendo per tutti gli altri settori. A margine c’è un dettaglio: nelle sedute di Cda non si verbalizza più, si procede con un registratore e vengono verbalizzate solo le delibere.
“Io non parlo solo per gli orchestrali, perché il problema a questo punto non è la categoria ma la deriva che si sta prendendo- ha detto Giampiero Cannata intervenendo all’assemblea- Sono stanco di ripetere che al Bellini e al Massimo gli orchestrali sono stabilizzati e qui non è stata stabilizzata neanche una sarta e adesso ci propongono forme di lavoro per le quali non puoi neanche ammalarti. L’orchestra è stata esautorata e la stagione prevede uno solo spettacolo lirico. Io mi chiedo, ma i soldi pubblici possono essere usati in modo privato?”.
Ma c’è di più, perché Cannata racconta che dopo l’esibizione di alcuni orchestrali del Teatro Vittorio Emanuele, domenica sera in occasione della Notte Bianca in Galleria, il sovrintendente Saija ha contattato il loro avvocato “diffidandoli dal definirsi orchestrali del Teatro Vittorio Emanuele” annunciando querele nonché la volontà di diffidare i giornalisti dal definirli tali….
“I miei 15 anni al Vittorio come orchestrale non esistono più- ha aggiunto Cannata-Il mio nome, la mia qualifica, l’aver superato una selezione pubblica al Vittorio era tutto finto quindi…Devo rinunciare al mio presente e al mio passato per paura di una querela? Io sono un orchestrale del Vittorio Emanuele. Lo sono stato per 15 anni. L’amarezza è che avevamo creduto in questo sindaco. Abbiamo creduto in lui, come avevamo creduto alle promesse di Crocetta in campagna elettorale. Ricordo che a marzo 2013 abbiamo contestato Ordile occupando la sua stanza. Adesso dobbiamo constatare che Ordile al confronto era una Giovane Marmotta, un boy scout. Ma non ci arrendiamo, nessuno si illuda”.
Lunedì la protesta, a meno che nel frattempo non intervenga il sindaco. Quanto a chi scrive, gli orchestrali del Vittorio Emanuele resteranno gli orchestrali del Vittorio Emanuele e come tali li chiameremo, piaccia a non piaccia a chi in questi anni era dirigente in altri Palazzi. Per me il Teatro lo “fanno” prima gli artisti, i musicisti, gli scenografi, i costumisti e i tecnici del suono e delle luci. E poi gli altri.
Rosaria Brancato