Tanta carne al fuoco e la necessità di riaggiornarsi nei prossimi giorni. L’assemblea dei soci di Messinambiente, convocata per ieri a distanza di quasi un anno dall’ultima che portò alle dimissioni dell’ex liquidatore Armando Di Maria e all’ingresso di Alessio Ciacci, si è chiusa senza mettere un punto alle tante questioni che in questo momento ci sono in ballo nel settore della gestione rifiuti. “Abbiamo deciso di prendere ancora qualche giorno per approfondire e definire alcune importanti tematiche” dice l’assessore all’Ambiente Daniele Ialacqua e il riferimento è ad esempio alla famosa transazione di debiti e crediti con l’Ato3 in discussione da mesi ma pare in via di risoluzione. Sul tavolo c’è il bilancio da approvare, ma anche l’ipotesi Somer, la società di Messinambiente inattiva praticamente da quando fu costituita che potrebbe prendere presto il posto della stessa spa madre nella gestione dei rifiuti, in modo da ripartire da zero e puntare a quella gestione diretta in house a cui aspira il Comune. Presente e futuro, programmazione e progetti nei tanti punti all’ordine del giorno che saranno approfonditi nelle prossime sedute.
L’assemblea di ieri ha però portato alla luce l’ormai famosa relazione sull’attività del commissario liquidatore Alessio Ciacci, relazione che nelle scorse settimane era finita al centro di alcune note dello stesso Ciacci che chiedeva ad amministratori e consiglieri comunali di convocarlo per illustrare il contenuto delle 65 pagine che raccontano l’esperienza Messinambiente da quando è iniziato questo nuovo corso sino ad oggi. La relazione è stata presentata in assemblea dei soci, adesso verrà inviata anche ai consiglieri comunali e illustrata alla città.
LA RELAZIONE
E’ un excursus di questi mesi di lavoro, da marzo a novembre, la prima parte fotografa la situazione che l’ex assessore di Capannori trovò appena giunto in via Dogali, i costi, il personale, i debiti, la guerra delle perizie, i rapporti con l’Ato, la liquidazione, le priorità di intervento. Poi “la svolta” ed è esattamente questo il titolo che Ciacci ha scelto per l’ultimo paragrafo che porta al nuovo capitolo, della relazione e della vita della società, che non a caso parla della “Ricostruzione di Messinambiente”.
Ed ecco come Ciacci spiega la sua opera di ricostruzione. “In un'azienda senza programmazione, non esistevano metodi di misurazione del lavoro svolto, la continua emergenza nell'operare creava costante caos organizzativo in cui era facile celare mancanze di responsabilità. L'inefficienza era inoltre acuita da una amministrazione aziendale che deresponsabilizzava i ruoli apicali e che acuiva i dissidi interni paralizzando spesso l’azienda. Per invertire rotta l'Azienda ha introdotto la "Programmazione Trimestrale" che monitora il costante avanzamento delle molte attività progettuali avviate e dei responsabili degli uffici a cui sono assegnati”.
In questo processo un passo necessario da compiere era il taglio dei costi. E l’amministratore scrive di aver dichiarato una guerra aperta ai costi, cominciando con l'azzeramento degli straordinari, la revisione di tutti i costi aziendali, il pressing al Comune per la stipula di un nuovo contratto di servizio che chiarisca definitivamente il costo annuo ed i servizi richiesti, l’internalizzazione di qualche servizio.
Vediamo in che modo Ciacci ha dato una sforbiciata ai costi di Messinambiente.
“Appalto esterno manutenzione cassonetti: il contratto di manutenzione dei cassonetti che risaliva al 2009 ci legava ad una azienda esterna fino al 2017. Tale servizio non era affatto soddisfacente né congruo come importi. L'azienda esterna ogni giorno comunicava i propri interventi, ma per anni purtroppo non c'è stata da parte di Messinambiente una attenta e scrupolosa analisi del lavoro reso. Si è attivata dunque un'attenta verifica che ha fatto emergere sia diverse mancanze nel servizio reso, sia la possibilità, per Messinambiente, di gestire in proprio il servizio. Messinambiente dall'estate 2014 ha iniziato metodicamente a contestare i servizi non resi effettuando più di mille reclami e richieste di intervento immediato. E' dunque iniziata una trattativa che ci ha visto rescindere al 30 settembre 2014 il contratto, con un riconoscimento solo parziale delle fatture scadute dovuta da Messinambiente, che è stata ridotto di comune accordo tra le parti ad € 80.000, annullando fatture emesse e scadute per € 133.255,67 e interrompendo una attività che, nel 2014 veniva fatturata 19.520 €/mese. Con l'interruzione si è risparmiato anche la cifra di € 756.400 che l'azienda avrebbe dovuto corrispondere nel periodo di residua vigenza contrattuale, cioè fino al dicembre 2017. Stupisce davvero che in una città che ha i i contenitori nelle condizioni in cui sono a Messina oggi, si siano corrisposti per la loro manutenzione dal dicembre 2009 ad oggi ben 1.100.000 euro.
Rassegna stampa: si è iniziata la spending review esterna con il taglio di un servizio senza dubbio utile ed importante per l’azienda ma non essenziale, ovvero la rassegna stampa che costava circa 516 € al mese. Per compensare seppur parzialmente il servizio precedente si è richiesto all'Ufficio stampa comunale l'invio giornaliero della rassegna stampa che preparano gli uffici.
Numero verde e gestione ingombranti: s ono in fase di valutazione ed elaborazione sia l'internalizzazione del numero verde che della gestione dei rifiuti ingombranti, attività, quest'ultima, che sarà possibile solo nel medio periodo in quanto necessita di realizzazione di impiantistica di selezione del materiale.
Altre opere di contenimento della spesa: sono in fase di riduzione le dotazioni di auto aziendali, è stato chiesto ai dirigenti che hanno affidata un'auto aziendale anche per le loro esigenze personali, di restituirle. Sono in corso di riduzione e razionalizzazione le utenze telefoniche affidate a dipendenti aziendali.
Un altro capitolo importante viene dedicato alle modalità con cui si effettuano gli acquisti o si affidano gli incarichi a Messinambiente. Si parte dal fatto che fino a pochi mesi fa si provvedeva regolarmente alle acquisizioni di lavori, beni e servizi adottando le procedure relative alla trattativa privata. Ma, come si legge nella relazione, nel 2014 il Settore Acquisti ha avviato quella riorganizzazione strutturale mirata all'acquisizione di beni, servizi e lavori tramite le procedure ad evidenza pubblica. In particolare si è provveduto a redigere il regolamento acquisti e un albo dei fornitori. “La strada intrapresa -scrive Ciacci- ha inevitabilmente dato una direzione diversa all'impostazione del Settore Acquisti. L'applicazione delle norme relative all'evidenza pubblica, in materia di acquisizione di lavori, beni e servizi, sono avviate, anche se con non poche difficoltà”.
Novità e lavoro anche sul fronte del personale e della riorganizzazione aziendale. Ciacci parla di “necessità di reinventare l'azienda ed il primo passo è stato la costituzione del Co.Dir. (Comitato di Direzione), Organo collegiale cui il Liquidatore può attingere in termini di proposte, progetti, decisioni e composizione di vertenze. In attesa di una riorganizzazione complessiva dell'azienda e dei servizi, si è attuata una riorganizzazione di breve periodo della pianta organica con la riassegnazione di compiti e responsabilità della parte apicale dell'organigramma. In particolare si sono rafforzati gli uffici personale, acquisti e differenziata tramite spostamenti di personale interno, visti i numerosi compiti in più assegnati”.
Gran lavoro è stato fatto sull’Ufficio Personale, ritenuto strategico per l’azienda. Ciacci scrive che “il percorso è lungo e faticoso e come tutte le grandi opportunità spesso è rallentato da "resistenze" legate ad una mentalità ostile pregiudizialmente al cambiamento, peraltro per molte persone non vi sono esperienze di lavoro in aziende al di fuori di Messinambiente. Da marzo 2014 si e iniziato a delineare un importante cammino e di seguito si indicano le fasi salienti di questo percorso: redazione di un codice disciplinare; regolamento sul "chi fa cosa", in modo da non lasciare nulla ad interpretazioni personali o arbitrio, istituendo e definendo a priori la composizione della Commissione Disciplinare; predisposizione di un file di monitoraggio e di facile lettura per la gestione delle contestazioni e delle recidive .E' stato sottoscritto un importante accordo sindacale sull'installazione degli apparati di rilevazione GPS, è stato informato il personale e sono stati installati gli apparati sui mezzi, per monitorare i percorsi, i tempi, ed ottimizzare i servizi, ma anche per la sicurezza dei lavoratori”.
L'analisi degli ultimi sei mesi è stata imperniata anche sullo studio del costo del lavoro, ancora oggi ritenuto troppo alto. “Attraverso l'analisi dei costi, si è prontamente intervenuti, determinando già per le festività di aprile e maggio, un minor costo pari a circa € 140.000, € 67mila per il 1° novembre ed € 83 mila per il 15 agosto. Successivamente si è focalizzata l'attenzione sul costo, in relazione al monte ore di lavoro straordinario svolto in autocentro, e si sono operate importanti riduzioni dello stesso (a titolo esemplificativo si è passati dalle 411 ore di giugno 2013 alle 45 ore di giugno 2014, oppure dalle 444 ore di luglio 2013 alle 23 ore di luglio 2014), cercando comunque di ottimizzare sempre risorse e lavorazioni e monitorando costantemente i costi”.
Altra criticità rilevata e affrontata è stata la difficile situazione esistente negli uffici amministrativi e contabili per la mancanza, da diversi anni, di un responsabile. “Questo ha causato una disorganizzazione dell'intero ufficio con conseguente influenza sul rendimento stesso. Dopo una analisi sia delle problematiche che delle risorse presenti, si è deciso il riordino dell'intero settore. Sono stati immediatamente presentati i nuovi obiettivi da raggiungere, stimando i tempi, tra i principali:
Alcuni di questi punti potrebbero sembrare quasi scontati e di ordinaria amministrazione e invece così evidentemente non era. Prendiamo per esempio il “magazzino fiscale”, cioè l'obbligo di tenere la contabilità di magazzino per le materie prime utilizzate per le necessità del servizio. “Il magazzino fiscale che, in atto è in fase di sperimentazione, entrerà a pieno regime dal 1 gennaio 2015 e consentirà non solo di avere costantemente la giacenza fiscale, ma soprattutto di approvvigionare e monitorare i vari ricambi e materiali di consumo, soprattutto dei mezzi, con l'obiettivo, anche attraverso il calcolo dei vari indici di rotazione, di effettuare in modo programmata i vari acquisti ed impedire pertanto ritardi di approvvigionamento e conseguenti fermi di mezzi.
Questa è solo una parte del bilancio tracciato da Ciacci e l’impressione è che non ci si trova di fronte ad un’azienda in liquidazione, quanto piuttosto ad una realtà che vuole risollevarsi. Per il liquidatore i risultati raggiunti fino ad oggi offrono una chiave di lettura positiva e segnano i passi di un percorso che sembra essere solo all’inizio.
Francesca Stornante