Un Consiglio regionale di quelli che lasciano perplessi, quello di ieri. Quasi a far giustizia di tanti question time venuti meno nel tempo, decine e decine d’interrogazioni fiondate tutte insieme all’attenzione di Palazzo Campanella: ma sfortunatamente in assenza di alcuni destinatari-chiave, e questo ha fatto sì che ne venissero rinviate a decine.
Assente per preesistenti impegni , ad esempio, il Governatore facente funzioni Nino Spirlì: purtroppo questo però ha falcidiato le richieste di delucidazioni in materia di Sanità, sotto il profilo politico-istituzionale dirette a lui in quanto titolare della relativa delega
Punto-principe, dunque, il rendiconto finanziario, peraltro davvero «indifferibile e urgente» perché da approvare entro il 30 giugno. Anche se, va aggiunto, con un Consiglio già sciolto ci si trova di fronte a un caso “classico” in cui la sanzione per il mancato rispetto dei termini è depotenziata. Impalpabile, nella sostanza.
Il relatore Filippo Mancuso (Lega), segretario-questore di maggioranza, ha posto in evidenza che sussistono residui attivi per quasi 38 milioni di euro: incrociando questo dato coi poco più di 6 milioni di residui passivi e i 14,7 milioni relativi al fondo cassa, ne esce fuori un avanzo d’amministrazione da 43 milioni 704mila euro e rotti (avanzo “libero”, 14 milioni circa).
Nessun particolare problema sull’approvazione del provvedimento, peraltro riferibile alla gestione della compianta Jole Santelli.
Consiglieri dèm – dal capogruppo Mimmo Bevacqua al vicepresidente di minoranza d’Assemblea Nicola Irto – sconcertati per una costante. Le fitte richieste d’inserire provvedimenti nuovi, a fronte di un ordine del giorno in teoria già foltissimo. E del divieto, per un Consiglio regionale che deve limitarsi all’ordinaria amministrazione, di trattare temi che non siano indifferibili e urgenti.
Il tutto, senza che i proponenti forniscano mai incartamenti, delucidazioni su quali siano i temi da trattare: un caos, secondo il Pd.
Spiegherà poi il presidente d’Assemblea Gianni Arruzzolo che sul tema s’è dibattuto da tempo in Conferenza di capigruppo. Gli incartamenti vengono forniti una volta che il provvedimento di turno viene cooptato in trattazione. (Sì, ma su che basi si vota se inserirlo o meno, per esempio come si valuta circa l’indifferibilità e urgenza?).
Gli animi però s’innervosiscono quando il meloniano Filippo Pietropaolo chiede l’inserimento all’ordine del giorno, tra l’altro, della proposta di legge 115 sulle Misure d’impulso allo sviluppo dell’industrializzazione e dell’insediamento d’attività produttive. Alla richiesta di spiegazioni da parte di Bevacqua, precisa l’assessore alle Attività produttive Fausto Orsomarso che la normativa prevede un’attività d’assistenza al Corap – l’Ente subregionale che raggruppa tutti gli ex Consorzi per le Aree di sviluppo industriale – da parte di Fincalabra, la finanziaria dell’Ente regionale. La conclamata mancanza del – previsto – parere del Settore Assistenza giuridica viene contestata con vigore dall’opposizione.
Alla fine, ne nasce una questione più generale legata proprio all’inserimento all’ordine del giorno di mozioni o di proposte di legge in sede di Conferenza di capigruppo. «Siamo davanti a una questione politica, merita una riflessione all’interno della Conferenza dei capigruppo o da parte dei capigruppo della maggioranza, perché spesso i capigruppo di minoranza la disertano».
Ma Carlo Guccione resta fermo sul punto, e chiede che venga messo a verbale che varie proposte di legge inserite in odg sono prive del parere dei Revisori dei conti circa la copertura finanziaria e della scheda d’analisi tecnico-normativa del settore Assistenza giuridica. Cosa non banale, si sottolinea, perché (Guccione) la prassi è di rinviare le proposte alle Commissioni competenti per acquisire il parere mancante, e perché (Bevacqua) la scheda tecnico-normativa dell’Assistenza giuridica «risulta ancor più pregnante, considerato il regime di prorogatio» in cui versa il Consiglio regionale.
Se vengono rinviate le proposte di modifica alla legge istitutiva dell’Arsac (l’ex Arssa), quanto invece ai fondi Ue vengono approvati gli indirizzi strategici per il negoziato sulla programmazione delle politiche europee di sviluppo 2021-2027. O meglio la loro presa d’atto, già licenziata il 21 giugno in Commissione, presente il dg del Dipartimento regionale Programmazione comunitaria Maurizio Nicolai. Nella sostanza, si tratta infatti di provvedimento della Giunta per avviare il percorso di definizione del Fesr (Fondo europeo per lo Sviluppo regionale) e del Fse (Fondo sociale europeo) per il settennio in questione.
Cinque gli obiettivi strategici, ha esposto il presidente della Seconda commissione “Bilancio” Peppe Neri (Fdi): un’Europa più intelligente, più verde, più connessa, più sociale, più vicina ai cittadini.
C’è ancòra spazio per una fra le poche interrogazioni poi realmente trattate in aula. Quella di Irto sul finanziamento dell’Mms (il progetto di Mobilità sostenibile) per la città di Reggio Calabria.
Il vicepresidente di minoranza dell’Assemblea chiede di sapere «quali azioni s’intendano intraprendere con opportuna tempestività» per impedire la revoca del finanziamento, in base alle recenti esternazioni dell’assessore al settore Mimma Catalfamo. E chiede lumi sul tipo d’azione che la Giunta regionale effettuerà presso gli uffici competenti per «facilitare e monitorare» l’iter di quest’investimento-chiave per qualità della vita e trasporti ecosostenibili in riva allo Stretto. Spiega l’assessore Catalfamo che i ritardi dipendono dal Comune, che ha presentato una proposta ritenuta non realizzabile. E che adesso il progetto sarà realizzato, invece, grazie all’acquisto dei nuovi treni ad opera della Regione.