La presentazione delle liste per le Politiche del 24 e 25 febbraio in casa Pdl a Messina è stato un ciclone. L’esclusione dalle liste di Camera e Senato del gruppo Nania è il segnale di un’inversione di rotta e l’esplosione di una guerra tra le due anime: quella ex Forza Italia e quella ex An. E se ancora non ci sono comunicati ufficiali, l’ex sindaco Giuseppe Buzzanca affida a facebook le prime riflessioni a caldo: “Depositati i nomi dei candidati alle elezioni del 24 e 25 febbraio- si legge nel suo profilo facebook- si rende necessario capire quali siano stati i criteri adottati dagli esponenti nazionali del Pdl e conoscere chi ha deciso tutto per tutti! Una cosa è certa. Il coordinamento provinciale da me presieduto non è stato coinvolto in nessun modo per cui non mi sento di assumermi nessuna responsabilità politica per quello che accadrà”.
Se non è una dichiarazione di guerra poco ci manca. Certo, accorgersi solo oggi che la concezione di democrazia interna al Pdl sia “limitata”, dopo che le modalità, per fare solo un esempio, delle nomine dei vertici regionali e nazionali del partito sono ben note, è un po’ tardivo, ma sono anche i rischi che si corrono quando un’intera classe politica si ostina a non voler cambiare il “porcellum” e preferisce un esercito di nominati fedeli. Se la coperta si fa corta anche il numero dei nominati si riduce.
Di fatto Mimmo Nania, che fa anche parte del triunvirato regionale che regge le sorti del partito in Sicilia, è rimasto fuori dagli elenchi perché è rimasto in carica 15 anni, limite massimo stabilito da Berlusconi per le candidature. Ma per Nania, a differenza di altri casi, non solo non c’è stata deroga (come per Antonio Martino e Stefania Prestigiacomo), ma nessuno degli uomini del suo gruppo ha trovato spazio in posti in odore di elezione. Insomma, l’intero gruppo è fuori dai giochi a distanza di pochi mesi dalle regionali che hanno visto perdere una delle due poltrone all’Ars, quella di Buzzanca, che nel frattempo aveva lasciata vuota quella di Palazzo Zanca dimettendosi. Se ci aggiungi anche le amministrative del maggio 2012 che hanno portato Maria Teresa Collica vincere nel feudo di Nania il quadro è completo. A vincere in questo giochi di equilibri è stata l’area azzurra, con Rocco Crimi e i leader ex Forza Italia che hanno preferito puntare tutto su Enzo Garofalo, mentre gli ex An speravano nel terzo o quarto posto che non c’è stato.
Le prime avvisaglie della guerra si erano avute alla vigilia delle regionali quando dopo il no di Angelino Alfano alla candidatura di Roberto Corona, (arrestato per l’inchiesta fidejussioni) ha spinto tutti gli azzurri a puntare su Nino Germanà per mantenere ben saldi gli equilibri interni ad un partito che si stava spostando troppo sul versante barcellonese. Germanà, appena eletto, si è dimesso dalla carica di parlamentare ed il gruppo Nania ha iniziato a scommettere su quella poltrona.
Non è andata così e adesso lo scontro è aperto come annuncia lo stesso Buzzanca: “il coordinamento provinciale da me presieduta non è stato coinvolto e non mi sento di assumermi responsabilità politica per quel che accadrà”.
L’ex sindaco è infatti anche coordinatore provinciale del Pdl, e tra le righe si legge che le prime ripercussioni si avranno il 24 e 25 febbraio, al momento del voto, quando all’appello potrebbe mancare qualche truppa. Ulteriori scontri riguarderanno a questo punto anche le strategie per le amministrative di primavera, quando le poltrone da rinnovare saranno due: sindaco e presidente della Provincia, fino a poco tempo fa entrambe salde in mano al Pdl.
Nessun dubbio che la prossima riunione dei vertici del partito sarà una resa dei conti. Anche a livello nazionale ci sono state lamentele da parte degli ex An che hanno parlato di “epurazione” dalle liste.
A proposito di lagnanze singolare appare la “lite in famiglia” scoppiata nelle ultime ore in casa Lombardo. L’ex governatore Raffaele Lombardo, nel diventare capolista al Senato della lista PdS, ha scalzato il fratello Angelo, deputato uscente, che non l’ha presa bene ed ha annunciato che il suo impegno per il partito finisce qui. Del resto la tradizione di famiglia sta proseguendo bene con il giovane Toti Lombardo, figlio di Raffaele, neo deputato regionale con una valanga di voti.
Chi non ha nulla di cui lagnarsi ma anzi gongola pregustando i prossimi arrivi è il governatore Crocetta che registra il ritorno a casa di Nello De Pasquale, sindaco di Ragusa, eletto deputato regionale con la lista Crocetta, transitato nel Movimento per il Territorio due giorni dopo le elezioni e ritornato in fretta e furia ieri, ufficializzando l’ingresso nel gruppo Crocetta all’Ars. I suoi compagni di viaggio non l’hanno presa bene, ma il Presidente sì ben sapendo che dovrà tenere la porta aperta perché stanno per arrivarne altri.
Rosaria Brancato