«La notizia che il sindaco di Giardini, Nello Lo Turco, abbia chiesto di non autorizzare il passaggio del corteo di contestazione al G7 di Taormina sul Lungomare di Giardini non ci coglie di sorpresa. Alla lettera firmata dal sindaco di Giardini Naxos, Nello Lo Turco, segue l’immediata replica degli organizzatori del corteo anti G7, che non ci stanno e denunciano «il clima di paura che si cerca di costruire intorno alla nostra manifestazione per nasconderne ragioni e contenuti».
«Lo Turco si spinge oltre, evocando pericoli per l'incolumità fisica dei negozianti, degli operatori turistici, dei turisti e dei residenti. Questa è un'accusa molto grave e il sindaco di Giardini avrebbe il dovere di circostanziare le ragioni che lo spingono a lanciarla. La categoria del "facinoso infiltrato" è, infatti, un po' troppo generica per generare un tale allarme e chiedere di impedire agli organizzatori del corteo di individuare il percorso più consono all'espressione del diritto di critica e a tutti i cittadini che vorranno farlo di esprimere la propria radicale indignazione verso quei potenti della terra che hanno condotto il pianeta in un clima di guerra permanente e di devastazione ambientale, di guerra ai migranti e di impoverimento e precarizzazioni di un numero sempre maggiore di persone».
«Purtroppo – continua nota del movimento – per il sindaco il movimento che si oppone al G7 (e che proprio ieri a Napoli ha svolto una importante assemblea che ne ha esteso la mobilitazione) non ha alcune intenzione di causare alcun danno né alla città di Giardini, né ai suoi abitanti, né ai suoi turisti, Nostro nemico è il vertice dei G7 e i governi che lo compongono e intendiamo rivendicare con radicalità il nostro diritto di portare in piazza i nostri contenuti senza farci trascinare nel clima di paura che si vorrebbe creare intorno a noi e rifiutando di affrontare un evento politico come una questione di ordine pubblico».
«E' singolare, infine, che amministrazioni, che stanno subendo in maniera totalmente subalterna una vera e propria occupazione militare del proprio territorio e che sono state completamente esautorate nei loro poteri attraverso un'azione di commissariamento che li vede spettatori impotenti di decisioni prese altrove, si preoccupino unicamente delle strade in cui passerà il corteo che quella occupazione militare, che quella manifestazione di sfarzo, che quello schiaffo alle condizioni di miseria cui è ridotta la nostra terra metterà in critica».