“Se non fosse per le isole ecologiche, la raccolta differenziata sarebbe all’anno zero”. La presentazione della nuova raccolta itinerante per i rifiuti ingombranti è l’occasione, per il presidente Giuseppe Lombardo, per affrontare il tema a più ampio raggio. Le utenze registrate alle isole ecologiche sono circa 33mila su un totale di circa 100mila. L’obiettivo è quello di farne altre tre: una all’autocentro di via Salandra, una a Minissale e una in zona nord. “Il Consiglio di amministrazione – dice Lombardo – si è insediato l’8 agosto. Finora ci siamo occupati del lavoro straordinario per la Vara, da ieri siamo in giro per affrontare il problema della raccolta differenziata”.
Il quadro è allarmante: “Forse finora i cittadini non sono stati bene informati, forse Comune, Messinambiente e Ato non sono riusciti a fare del proprio meglio – prosegue il presidente -. L’unica cosa di buono da cui ripartiamo è l’ordinanza 261 del 25 agosto 2016, che comunque prevede la differenziata porta a porta solo per alcune zone del primo e del sesto quartiere. C’era l’obbligo per tutte le utenze commerciali e invece ne sono servite appena 500 su 10mila. Per aumentare questi numeri, stiamo acquistando ciò che serve, sotto soglia comunitaria per evitare una gara europea, che comporterebbe almeno quattro mesi di tempo, ma procediamo sempre con le modalità prevista per legge sul Mepa, il mercato elettronico della pubblica amministazione”. Pronto, in tal senso, anche un protocollo d’intesa con Confcommercio, Confesercenti e Confartigianato.
GLI OBIETTIVI del 30 e del 65 %
“Per raggiungere l’obiettivo del 30 % entro ottobre bisogna cambiare passo. Lunedì il cda approverà il cronoprogramma e lo trasferirà all’amministrazione comunale per ottemperare al termine del 28 agosto. Poi la Regione visterà il documento e da quel momento scatteranno 90 giorni di tempo. Il secondo step è il 65 % entro il 31 luglio 2019. Se non raggiungeremo questi obiettivi rimetteremo il mandato ma, se non vengono rispettati i nostri atti di indirizzo, prima salteranno altre teste”.
IMPIANTI
“L’impianto di Pace per il trattamento della frazione secca è stato finalmente messo in funzione, grazie al direttore Iacomelli. Tramite Comieco, riceviamo rifiuti anche da altri Comuni vicini, li mandiamo al recupero e ci guadagniamo. Con la differenziata al 65 %, si potrebbero ottenere fino a 2 milioni. Poi ci sono 10 milioni del Masterplan per un impianto di trattamento dell’umido a Mili. In sei mesi, nei primi del 2019, potrebbe essere mandato in appalto integrato col solo progetto definitivo. Anche quest’impianto potrà produrre guadagni tramite il biogas per l’energia elettrica, che il Comune potrebbe dare a compensazione al quartiere. La scommessa è anche quella di eliminare la puzza da quella zona. Se Amam e Srr mi danno la disponibilità, faremo un sopralluogo la prossima settimana. La Srr lancerà un nuovo avviso anche per altri impianti”.
IL CONCORDATO per MESSINAMBIENTE e il FUTURO
Il 19 settembre è previsto il concordato per Messinambiente. Dall’esito dipenderà anche il futuro di Messina Servizi. Ad esempio i mezzi sono in usufrutto alla nuova società, che al momento non può comprarne altri. Resta in piedi anche l’ipotesi del gestore privato ma, in ogni caso, prima la Srr deve completare l’iter del piano d’ambito.
QUELLE MALATTIE ALLA VIGILIA DI FERRAGOSTO…
Il nuovo cda annuncia una stretta anche sui lavoratori. Alla vigilia di Ferragosto, 6 autisti su 18 erano assenti per malattia. “Non so quanti di loro fossero realmente malati, la prossima volta riceveranno la visita fiscale – conclude Lombardo -. Per un giorno di raccolta che salta, ne servono tre per recuperare”.
LA NUOVA SEDE
Messina Servizi era dislocata su due sedi, una in via Dogali, l’altra in via Cavalieri della Stella e pagava affitti per un totale di 120mila euro all’anno. E’ stato fatto un interpello agli uffici comunali per ottenere la disponibilità di locali di proprietà ma la risposta è stata negativa. “Appena completeremo la ricognizione del patrimonio comunale – spiega l'assessore Dafne Musolino -, ci riserviamo di individuare una sede di proprietà e azzerare l’affitto”. Che nel frattempo si è dimezzato, ora è di 60mila euro all’anno, nell’unica nuova sede di via Gagini.