Il turismo fa fatica a decollare in riva allo Stretto, anzi arranca in maniera vistosa. A dirlo non è una semplice valutazione teorica ma i freddi e quanto mai significativi numeri del “Primo rapporto sul turismo a Messina”, pubblicato dall’Ufficio Statistica del Dipartimento Servizi al cittadino.
Lo studio mette infatti a nudo la scarsa propensione turistica della nostra città, baciata da sole per lunghi mesi dell’anno, bagnata dal mare lungo quasi 60 km di costa e protetta dai monti peloritani, che fascinosi e imponenti si ergono alle nostre spalle. La bellezza paesaggistica e la particolare conformazione geografica che la natura ci ha donato non bastano purtroppo a rendere Messina una città turisticamente appetibile, in grado di competere con altre e ben più organizzate località della provincia e del resto dell’isola. Ma andiamo a vedere i numeri.
In base al report, che è frutto della collaborazione del Comune con l'Autorità Portuale e l'Osservatorio turistico regionale di Patti, in città nel 2013 sono state complessivamente 86.876 le presenze registrate; 73.572 nelle strutture alberghiere e 13.304 negli esercizi complementari ed altri alloggi.
I dati provvisori dell'Osservatorio Turistico Regionale sulle presenze nel Comune di Messina sono impietosi se rapportati a quelli provinciali e regionali: fotografano infatti il 2,42% del totale delle presenze della Provincia e lo 0,6% del totale della Regione Sicilia, mentre l'intera Provincia di Messina copre il 26,54% del totale delle presenze siciliane. Va un po’ meglio, ma non troppo, nel movimento degli arrivi in cui il Comune di Messina si attesta al 4,57% del totale degli arrivi della Provincia.
Lo studio statistico distingue tra presenze italiane e presenze turistiche, con le prime che superano di gran lunga le seconde.
Le presenze italiane sono state 68.644 (79%), prevalentemente provenienti dalla Sicilia (43,75%), dalla Calabria (11,39%), dal Lazio (8,87%) e dalla Campania (7,77%). Tra le regioni del Nord Italia solo i cittadini lombardi (6,74%) spiccano per presenze. Basso il numero di quelle dei residenti in Molise (0,13%), Provincia autonoma di Bolzano (0,14%), Valle d'Aosta (0,19%), Basilicata (0,53%) e Sardegna (0,58%). Stando ai numeri, i maggiori visitatori arrivano dalla stessa isola o dalla dirimpettaia Calabria, poco attrattivi turisticamente risultiamo da Roma in su.
Le presenze italiane nel Comune di Messina costituiscono il 4,84% dell'intera provincia e lo 0,94% dell'intera Regione Sicilia (arrivi 8,14% e 1,44% rispettivamente per Provincia e Regione).
Per quanto riguarda le presenze straniere, pari complessivamente a 18.232, il numero più alto è stato registrato per i cittadini dei Paesi Europei (65,04%). Tra questi spiccano i tedeschi (8,33%), i francesi (6,21%), i polacchi (5,64%) e gli spagnoli (5,55%). In termini numerici, importante anche la presenza di americani (15,4%), prevalentemente provenienti dal Sud America e dall'America Latina (7,49%) e dagli Stati Uniti (6,94%). Il report mette in evidenza la presenza di cittadini dei paesi asiatici (8,66%) ed africani (6,44%).
Le percentuali delle presenze straniere nel Comune di Messina sono complessivamente a dir poco sconfortanti: costituiscono lo 0,84% dell'intera provincia e lo 0,26% dell'intera Regione Sicilia (arrivi 1,55% e 0,40% rispettivamente per Provincia e Regione).
Il vicesindaco, Guido Signorino, che anche la delega al turismo, spiega che d’ora in poi i dati saranno aggiornati con cadenza mensile, per essere poi inseriti e resi pubblici sul sito di Palazzo Zanca. «Obiettivo del report – fanno sapere da Palazzo Zanca – è fornire un quadro conoscitivo mediante 1'osservazione dei dati di sintesi del movimento clienti negli esercizi ricettivi anno 2013 col compito anche di elaborare alcuni indicatori, che possano definire il grado di vocazione turistica della città e il trend dei flussi turistici comunali, al fine di sottoporre a monitoraggio tendenziale 1'evoluzione del medesimo settore».
Un settore attualmente in stato di “coma”, come dimostrano anche gli esigui incassi della tassa di soggiorno, che nel 2013- anno di riferimento del report – non sono andati oltre i 51.690,50 euro (vedi correlato). La tassa di scopo, contestata da albergatori ed associazioni di categorie ,non può certo essere considerata la causa del male, ma al massimo un termometro della situazione. E la diagnosi è chiara: Messina non gode di buona salute. Neanche nel settore turistico. All’amministrazione Accorinti il compito di invertire la rotta e far spiccare finalmente il volo al turismo messinese, che creerebbe un indotto dal quale potrebbero trarre vantaggi interi comparti commerciali e artigianali, oggi soffocati da una crisi che non lascia scampo.
Danila La Torre