Spazzatura ovunque. Tanto che viene da pensare che ad alcuni messinesi, vivere tra i rifiuti, piaccia. Come ai maiali piace rotolarsi nel fango.
Gli appelli a mantenere pulito l’ambiente, lanciati dall’amministrazione comunale dopo la pulizia straordinaria effettuata da Messinambiente col supporto dei volontari, sono caduti nel vuoto. E del resto, ci viene incontro la saggezza popolare, “avogghia mi cci frischi o sceccu chi non boli mbiviri”.
I paragoni “animaleschi” sono ingenerosi, per i maiali e gli asini ovviamente, che hanno molta più dignità di chi non si “rassegna” al vivere civile ed al rispetto della maggior parte dei messinesi perbene.
Il lavoro quotidiano di Messinambiente, ci spiegava qualche giorno fa il commissario Armando Di Maria, viene quasi vanificato dalla continua nuova presenza di rifiuti sulle spiagge. E così, anche le azioni meritorie di quei messinesi che invece amano vivere nella pulizia si traducono in piccoli spazi di civiltà in un “mare” di rifiuti.
La nostra fotografa, Martha Micali, ha girato diverse spiagge cittadine e, in generale, rispetto agli scorsi anni, la situazione è migliorata. Rimangono però ancora tante, troppe, sacche di immondizia che rovinano il litorale messinese.
Oltre ad un costante lavoro di Messinambiente per garantire la pulizia ordinaria, l’unica soluzione appare quella di multare chi getta anche solo una carta nell’ambiente. E’ questo il lavoro educativo che va fatto. Invitare alla civiltà e al rispetto del territorio, evidentemente, per alcuni cittadini non serve. E se gli appelli bonari non funzionano, allora è necessaria la repressione. Ha funzionato, ad esempio, per la cintura di sicurezza in automobile o per il casco sulle due ruote. Perfino a Messina, adesso, è raro trovare chi viaggia senza cintura o senza casco.
Non serve andare in Romagna, in Toscana o in Liguria per trovare posti puliti. Basta spostarsi, ad esempio, nelle spiagge di Siracusa, di Marina di Ragusa o di Trapani, e chiedersi per quale motivo lì si possa e da noi no. Per poi meravigliarsi se Messina, con 55 chilometri di costa cittadina, patrimonio ineguagliabile, viene esclusa dai circuiti turistici siciliani.
Ed allora, invece di ripetere lo stesso copione ogni anno, è necessario intervenire punendo chi deturpa l’ambiente. E’ questo il primo cambiamento culturale che va fatto. Dal rispetto dell’ambiente circostante, parte la vera rivoluzione per ridare decoro ad una città tanto bella quanto offesa dai suoi stessi abitanti.
(Marco Ipsale)