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Residenzialità psichiatrica, il 18 maggio sit-in dell’Usb

Il servizio di residenzialità psichiatrica in àmbito metropolitano a Reggio Calabria resta, per il momento, un rebus. Già dal 2008 si sarebbe dovuto definire il percorso di definivo accreditamento delle strutture, visto che l’evoluzione normativa ne aveva reso illegittima la gestione pubblico-privata avviata in séguito alla chiusura dei manicomi.
La mobilitazione e neppure un’inchiesta della magistratura sbloccarono però definitivamente l’iter avviato nel 2018 dall’allora commissario governativo alla Sanità Massimo Scura.

Per propiziare un corto circuito positivo, l’Usb ha deciso d’effettuare un sit-in per le 10,30 di mercoledì 19 maggio – data in cui dovrebbe riunirsi il Consiglio regionale – davanti a Palazzo Campanella. Per «ribadire l’impellenza di porre fine a questa situazione e sbloccare con urgenza i ricoveri», sottolineano dall’Unione sindacale di base.
Un vero paradosso, spiega il coordinatore reggino dell’Usb Peppe Marra. Tra Uffici del Commissario e Dipartimento regionale Tutela della salute, nessuno «vuol motivare il perché non si proceda a sanare una situazione di palese illegalità». E lo status quo mantiene nella precarietà e nell’incertezza del domani i tanti operatori in campo da decenni. Ma soprattutto comporta il blocco dei ricoveri, «con tutto quello che ne consegue per quelle famiglie che hanno bisogno di un supporto di questo tipo».