Sono stati assolti il legale e i consulenti medici accusati dalla Direzione distrettuale antimafia di aver favorito il boss del clan di Mangialupi, Antonino Trovato.
Il Gup Monica Marino ha dichiarato che il fatto non sussiste per il noto penalista Francesco Traclò, 75 anni, gli psichiatri Marina Martina, 56 anni e Giuseppe Dattola, 58 anni. Prosciolti Concetto Russo, 59 anni, amministratore giudiziario della Sicilmarket srl, una società riconducibile a Nino Trovato, e lo stesso Trovato.
Le indagini furono avviate dalla Squadra Mobile nel 2011 dopo l’operazione “Murazzo”. In quell’occasione la Mobile sequestrò un arsenale e chili di droga in un casolare di San Filippo Superiore di proprietà di Letterio Campagna che fu arrestato. Determinanti si rivelarono alcuni colloqui intercettati in carcere fra Letterio Campagna ed i suoi familiari. In alcune discussioni l’uomo confidava a moglie e figli che il suo legale, l’avvocato Traclò, gli consigliava di farsi crescere barba e capelli, in previsione di una perizia psichiatrica in cui avrebbe simulato disturbi inesistenti. Il penalista avrebbe inoltre consigliato ad alcuni familiari di Campagna di non recarsi ai colloqui in carcere perché avrebbero potuto essere intercettati e di non fare riferimento nella corrispondenza a fatti illeciti perché le missive sarebbero potute essere acquisite dall’autorità giudiziaria. Pesanti erano anche le accuse mosse agli psichiatri Marina Martina e Giuseppe Dattola: in più occasioni avrebbero realizzato delle perizie in cui dichiaravano le condizioni di salute di Letterio Campagna ed Antonino Trovato incompatibili con la detenzione carceraria, nei centri clinici annessi, ed in alcuni casi anche di stare coscientemente in giudizio e quindi di presenziare alle udienze in tribunale. L’obiettivo sarebbe stato quello di ottenere la scarcerazione dei due padrini dichiarandoli portatori di patologie non compatibili con lo stato di detenzione. Scarcerazione che in effetti in un primo momento il boss ottenne. Salvo poi tornare al 41 bis.