Nella prima vignetta c’è un omone grande e grosso, vestito in giacca e cravatta che punta il dito contro tre omini che sostengono un macigno. Sopra c’è la scritta “sistema sanitario”. Nella seconda vignetta restano due omini. Nella terza c’è un solo omino a sopportare il peso del macigno, che crolla. L’omone-burocrate gli punta il dito contro e dice: “incompetente”.
La descrizione fatta dal dottor Clemente Giuffrida, direttore del Pronto soccorso del Piemonte nel corso del suo intervento è la sintesi perfetta di quanto accaduto nel mondo della sanità negli ultimi 15 anni. Politica e burocrazia hanno cancellato con colpi di penna chi sosteneva il pianeta sanità: medici, infermieri, operatori sanitari.
La nuova Rete ospedaliera vuol togliere gli ultimi “sopravvissuti” ai tagli: la rete del 118. Un po’ come chiudere la bombola d’ossigeno ad un malato agonizzante.
L’assemblea che si è tenuta all’Ordine dei medici ha visto fianco a fianco sia chi rappresenta il mondo del 118, sia chi opera nei presidi ospedalieri, che i politici (sindaci e deputati) ma anche sindacalisti, rappresentanti di associazioni e dei partiti.
Punto di partenza lo smantellamento del 118 nel messinese.
In base alla rete ospedaliera si passerà dalle attuali 37 ambulanze (27 delle quali con medici a bordo) a 26 mezzi (13 con medico). Il nuovo piano quindi riduce di 11 unità le ambulanze e addirittura dimezza quelle con un medico a bordo. A Messina la situazione diventerà drammatica con 2 sole ambulanze (leggi qui l’articolo).
Chi ha redatto questo aspetto della rete del 118 è evidente che non ha la più pallida idea di cosa sia il servizio o pensa di non dover mai averne bisogno.
Ma quel che è peggio è anche la dislocazione (guarda in download i grafici) nel territorio senza alcuna logica o criterio comprensibile.
Il decreto Balduzzi prevede 1 ambulanza medicalizzata ogni 60 mila abitanti ma fissa anche alcuni correttivi integrativi, ad esempio in base alle condizioni della rete stradale o del territorio, ai tempi di percorrenza per l’ospedalizzazione o all’ubicazione dei presidi ospedalieri, che però il provvedimento varato dalla giunta Crocetta non contempla.
L’assemblea è iniziata con gli interventi di chi opera nel 118 (vedi articolo in homepage) e che, con le loro testimonianze hanno reso tangibile i rischi che si corrono e non sul piano occupazionale. In gioco c’è la salute dei siciliani.
Obiettivo dell’assemblea è stato quindi quello di analizzare i punti deboli del decreto e predisporre proposte correttive da sottoporre all’attenzione dell’assessore Gucciardi e del ministro Lorenzin.
Dopo le relazioni dei medici del 118 che hanno chiarito cosa vuol dire restare con ambulanze senza medici a bordo è stato il direttore di C.O. 118 Domenico Runci a spiegare gli effetti della rimodulazione della rete. In un anno si registrano 200 mila chiamate al 118, delle quali 56 mila si traducono in interventi.
Fondamentale è il rapporto sinergico che c’è, ed è cresciuto negli ultimi anni, tra medici del 118 e medici del Pronto soccorso. Lo stesso Giuffrida, direttore del Pronto soccorso del Piemonte ha evidenziato come grazie alla presenza dei medici nelle ambulanze il 50% dei casi viene risolto direttamente nel luogo della chiamata. Sempre grazie ai medici quando il paziente arriva al Pronto soccorso ha già ricevuto quell’immediata assistenza che gli salverà la vita.
In base al nuovo piano il rischio è di trasformare le ambulanze in “taxi” che portano i pazienti da un presidio ad un altro, in una corsa alla cieca contro il tempo, senza nessun medico che possa nel frattempo intervenire.
I numerosi interventi degli addetti ai lavori sono quindi serviti per fare una fotografia del disastro che si rischia qualora nei prossimi step non s’intervenga.
La parola è quindi passata sia ai sindacati che ai sindaci.
I sindacati hanno siglato un documento congiunto con il quale si chiede un incontro con l’assessore Gucciardi, la revisione della rete del 118 e la ripresa delle trattative per il rinnovo contrattuale. Snami (Paolo Aloi), Smi (Emanuele Cosentino),Fimmg (Filippo Mangiapane) Intesa sindacale (Rosario Platania) ribadiscono l’insostenibilità delle reti tempo-dipendenti in base alla rimodulazione della rete ed i rischi dell’implosione dell’emergenza-urgenza.
I sindaci hanno invece firmato una petizione per il mantenimento dell’attuale rete del 118 ed anzi per il suo potenziamento.
“Non è stata la burocrazia a decidere questi tagli- ha evidenziato il sindaco di Barcellona Roberto Materia- ma la politica. E’ la politica che fa le scelte e che ha deliberatamente deciso di tagliare presidi e risorse”.
L’appello dei sindaci, compreso Accorinti, è per l’immediata rimodulazione degli aspetti più negativi del piano.
Presente Bernardette Grasso nella “triplice veste” di sindaco di Rocca di Caprileone, deputato regionale e vicepresidente della commissione sanità, che ha ricordato come il decreto Balduzzi preveda diversi step prima del definitivo assetto, ed è quindi adesso il momento di apportare correttivi tenendo in considerazione le istanze del territorio. “La rete si può modificare adesso che è stata pubblicata. Però è importante capire che anche i direttori generali devono muoversi. Se i manager non danno ossigeno ai presidi e alle unità operative queste moriranno. Gli ospedali riuniti dell’isola ad esempio, come Barcellona e Milazzo, già nel 2014 sono stati salvati dai tagli. Ma negli anni successivi i manager non hanno dato ossigeno e nel 2018, a queste condizioni, chiuderanno quei presidi che non sono sufficientemente adeguati”.
Tesi sostenuta dalla stessa Lorenzin che ha fatto capire come “i conti della sanità siciliana siano stati sanati ma l’offerta di assistenza non è migliorata”.
L’assessore Gucciardi sembra essersi impegnato per Messina e per effettuare i correttivi richiesti ma in riva allo Stretto si sta preparando la marcia a Palermo per la sanità.
Oggi pomeriggio intanto a Roma ci sarà un vertice al Ministero su tutte le criticità emerse. Presente l’assessore Gucciardi, il capogruppo Ars Sicilia Futura Picciolo, il direttore generale dell’Asp 5 Gaetano Sirna.
Rosaria Brancato