MESSINA – Lei era incinta, i rapporti tra loro non andavano bene da diverso tempo. Nulla di tutto ciò ha impedito a lui di picchiarla, insultarla, aggredirla con una forbice, costringerla ad avere rapporti sessuali poi filmarla e diffondere in rete il video. E’ questa la vicenda che fa da sfondo al caso di revenge porn trattato dal Tribunale di Messina (presidente Grimaldi) e terminato con la condanna, in primo grado, di un ventottenne di Taormina.
Un anno e mezzo di reclusione e settemila euro di multa la sentenza dei giudici per l’uomo, accusato di violenza e diffusione di materiale pornografico non autorizzato. L’Accusa, rappresentata dal pubblico ministero Alessandro Liprino, aveva chiesto l’assoluzione dell’accusa d violenza e la condanna a 2 anni e 10 mila euro di multa per il revenge porn. Ma i giudici, dopo aver ascoltato anche il difensore, l’avvocato Giovanni Caroè hanno deciso una pena meno severa.
Il processo segue la denuncia della compagna del ventottenne, una quarantenne originaria del catanese che nel 2020 aveva una relazione col ventottenne, col quale conviveva nella zona di Taormina. E’ stata lei a raccontare degli episodi più violenti, alcuni dei quali avvenuti sotto gli occhi dei familiari. Incurante del fatto che fosse incita, l’uomo l’avrebbe costretta ai rapporti sessuali, ha denunciato la donna. “Scema, cretina, p…, ti devi stare zitta”, una delle tante frasi proferite da lui e riferite dalla donna, che in una occasione era stata ferita con una forbice. Poi il revenge porn: lui ha filmato un rapporto sessuale ed ha caricato il video sulla piattaforma Pornhub, a totale insaputa di lei.