Ho avuto modo, perché di pubblico dominio, di leggere le disposizioni che il Signor Segretario Generale – Direttore Generale del Comunale di Messina Dott. Antonio Le Donne ha impartito ai Dirigenti del predetto Ente, preposti ai vari Dipartimenti.
Premesso che il mio ruolo istituzionale di Presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili di Messina mi impone di essere molto rispettoso delle altre Istituzioni sia pubbliche che private, presenti sul territorio cittadino e di chi le rappresenta.
Premesso, altresì, che il mio ruolo di rappresentante di una categoria professionale che si occupa di scienze economiche, di amministrazioni di enti pubblici e privati, di bilanci pubblici e privati, di risanamento contabile e programmazione, non può non evidenziare alcune anomalie che riguardano l’azione amministrativa che il Comune di Messina sta conducendo negli ultimi periodi.
La questione, che colpisce l’occhio di noi Commercialisti, riguarda, in particolare, il “progetto di revisione rendite catastali” che si intende portare avanti.
Preliminarmente va detto che questo tipo di attività non può essere assegnata al Dipartimento Entrate Tributarie, ma, bensì, all’Ufficio Tecnico Comunale, che dovrebbe mettere in atto tutte le iniziative necessarie per avviare il procedimento di revisione delle rendite catastali in determinate microzone.
La richiamata attività interdipartimentale, secondo il mio modestissimo parere, può avere modo di esistere soltanto in una fase successiva e non è prioritaria rispetto agli atti preliminari da porre in essere. Sul punto mi permetto di fare osservare che prima ancora di avviare la procedura di revisione (sostanzialmente di incremento) bisogna presentare un progetto illustrato all’Agenzia del Territorio (oggi Agenzia delle Entrate) al fine di ottenerne l’autorizzazione, senza la quale l’invio di lettere ai contribuenti appare estremamente inutile e creerebbe ulteriore contenzioso, che difficilmente l’Ente potrebbe sostenere.
Senza entrare nel merito del piano di riequilibrio così come approvato dalla G.M. con deliberazione n° 641 del 23/09/2016, mi permetto rappresentare che non posso trovarmi d’accordo con la tesi del Direttore Generale, perché ritengo che l’azione, così come programmata, doveva essere condivisa con gli Ordini professionali (Commercialisti, Ingegneri, Architetti, Geometri ecc.) e con le Organizzazioni delle categorie commerciali.
Sul punto, altresì, ritengo che, nell’eventualità che si voglia proseguire su questa strada, sia applicabile il comma 335 della Legge 311/2004 (Finanziaria per l’anno 2005) e non il comma 336. Stiamo parlando di una misura priva di sostanza che non può consentire l’appostazione di una cifra importante nel piano di riequilibrio, considerato che, in presenza di autorizzazione, soltanto le unità immobiliari che hanno subito interventi migliorativi, che tradotti in cifre superano il 15% del valore immobiliare, possono essere soggette a revisione. Stiamo parlando di niente (di cure palliative) basti pensare alla grande mole di lavoro che dovrebbe essere svolta dai nostri tecnici comunali.
Non voglio assolutamente offendere il lavoro del Direttore Generale e dei Suoi preziosi ed infaticabili collaboratori, e, senza peccare di presunzione, ma ritengo che la programmata azione di revisione delle rendite catastali non sia una iniziativa da portare avanti, soprattutto perché non osserva la normativa vigente e perché al contempo non è così rapida e facilmente attuabile come si può pensare.
Grazie per la disponibilità.
Enrico Spicuzza
Messina, lì 29/09/2016