Lo scrivevamo già nello scorso mese di novembre (vedi qui). Chiuso il contenzioso ventennale con la Regione sulle aree della Zona Falcata, incredibile ma vero, si è aperto quello con il Comune, che si è affiancato al giudizio in corso con l’Ente Porto e contro l’Autorità Portuale, riconosciuta unica legittima affidataria di quelle aree statali (vedi qui). Di recente, l’ennesima sentenza in favore dell’Authority. L’Ente Porto, come da accordo sancito il 23 aprile 2014 (vedi qui), ha posto fine ad ogni contesa giudiziaria. Non così il Comune, che pure alla firma di quell’accordo era presente ed esprimeva soddisfazione, salvo poi proporre appello contro l’ultima sentenza.
Da qui l’intervento in merito del deputato messinese Vincenzo Garofalo: “Stop battaglie di principio. Chi amministra deve avere senso di responsabilità e, soprattutto, deve agire pensando al bene della città e valutando sempre le conseguenze delle proprie azioni. La decisione dell’Amministrazione di impugnare la sentenza andava valutata più attentamente – dichiara – per due ordini di ragioni: prima di tutto la fondatezza delle motivazioni addotte dal giudice è palese anche per un non addetto ai lavori e, dunque, impugnando la sentenza si espone l’Ente, in già precarie condizioni finanziarie, a un ulteriore esborso di denaro per un nuovo grado del giudizio che con ogni probabilità lo vedrà nuovamente soccombente; ma poi, soprattutto, in chiave prospettica. Anche qualora, infatti, vi fosse una remota possibilità per il Comune di vincere il ricorso, quali prospettive potrebbe dare per lo sviluppo di quell’area? Con quali risorse? Da ex presidente dell’Autorità portuale conosco bene quelle aree, le loro enormi potenzialità e sono convinto che l’unica possibilità di recupero sia quella data loro dal fatto di ricadere nell’ambito di competenza dell’Authority, che ha i fondi necessari per bonificare, recuperare e valorizzare l’area e quella visone prospettica fondamentale per creare sviluppo. Il danno in parte è fatto, perché sarà necessario comunque aspettare ottobre, ma una dichiarazione ufficiale di rinuncia al ricorso da parte del sindaco darebbe un segnale importante e consentirebbe all’Autorità portuale di predisporre quanto necessario per intraprendere quel lavoro di bonifica che anche la Messina dal basso chiede”.