I lavori sono stati temporaneamente sospesi. Solo otto metri di mattonelle in pietra lavica sono stati estirpati il tutto senza nessuna tabella di inizio o fine lavori, senza poter apparentemente appurare il committente. Dell’accaduto sono stati subito avvertiti telefonicamente i rappresentanti istituzionali, il consiglio del Quartiere che era riunito in seduta, e l’ex consigliere comunale di Castanea, Gaetano Isaja.
Il quid è secolare. Circa cinquant’anni fa il sagrato in questione è stato pavimentato e arredato e l’intervento aprì un contenzioso sulla proprietà dell’area fra la chiesa e il Comune. Di fatto, prima del terremoto del 1908, esisteva un fabbricato ricadente nella suddetta piazza adibito a canonica. Ma dal 1936 circa, epoca in cui fu restaurata la “basilica”, lo spazio divenne libero e fruibile per le adunanze importanti del villaggio. Senza entrare in merito a chi appartiene oggi quello spazio: chiesa o Comune, resta chiaro che degli “ignoti” stanno manomettendo un bene collettivo. Qui si tralascia un piccolo grande inciso storico, ossia la proprietà non solo del sagrato ma dell’immenso edificio: la Chiesa di san Giovanni Battista di Castanea. E’ ancora ben visibile sopra il portale principale l’epigrafe che recita: Il tempio fu costruito nel 1500 a spese del popolo. I proprietari, se vogliamo attenerci alla storia, siamo noi castanoti, né la chiesa, né il Comune.