Nasce al Lucky Beach di Contemplazione, in riva al mare, con la bandiera del partito bucherellata dal vento che passava dalla grata, i bagnanti che facevano capolino incuriositi dalla spiaggia, mentre il sole tramontava, la nuova anima del Pd a Messina, quella che vuol mettere un punto e ricominciare da zero. Un’anima fatta di varie componenti ma che si riconosce in un unico obiettivo: il cambiamento. Due le parole d’ordine in un dibattito di oltre tre ore: azzerare e rifondare. Allo tsunami di problemi che hanno investito il Pd il gruppo del Lucky Beach risponde con un Mare d’idee.
“Non più un partito ad uso e consumo di un sistema- ha spiegato Armando Hyerace- ma strumento di partecipazione democratica. Il Pd non è solo quello che abbiamo letto su giornali. Dobbiamo sradicare la totale identificazione del partito con il sistema di potere formazione-impresa-politica che si è costruito in questi anni. Non intendiamo più subire il discredito che deriva da tutto ciò”.
Non a caso, prima di dare l’inizio agli interventi del pubblico, Ciccio Palano Quero ha letto il celebre discorso di Enrico Berlinguer sulla questione morale, parole pronunciate nell’estate dell’81, ma che potrebbero benissimo essere state dette ieri.
“I partiti di oggi sono soprattutto macchine di potere e di clientela: scarsa conoscenza dei problemi, programmi pochi o vaghi, sentimenti e passione civile, zero. Gestiscono interessi, i più disparati, i più contraddittori, talvolta anche loschi, senza alcun rapporto con i bisogni emergenti(..) Sono federazioni di correnti, di camarille, ciascuna con un "boss" e dei "sotto-boss". (…) La questione morale non si esaurisce nel fatto che, essendoci dei ladri, dei corrotti, dei concussori in alte sfere della politica e dell'amministrazione, bisogna scovarli, denunciarli e metterli in galera. La questione morale, nell'Italia d'oggi, fa tutt'uno con l'occupazione dello stato da parte dei partiti governativi, fa tutt'uno con la concezione della politica e con i metodi di governo di costoro. La questione morale è il centro del problema italiano”.
Tutto il dibattito si è incentrato sull’analisi dell’accaduto in questi anni, fino alla sconfitta alle amministrative, sui metodi di gestione del partito a Messina, della selezione della classe dirigente.
“Vogliamo cambiare metodo. Finora il partito è stato identificato con i dirigenti e gli eletti- ha detto Giuppy Siracusano- c’è stata troppa confusione di ruoli e responsabilità. Dobbiamo cambiare, dire basta ai circoli fittizi e costruire un partito reale. La priorità è la questione morale, vogliamo un partito in cui l’esercizio della politica coincida con l’etica personale”.
Decine gli interventi,Domenico Siracusano “il tesseramento non si fa nei patronati e nelle segreterie, ma nel territorio”, Saro Cucinotta, Massimo D’Amore, Giovanni Frazzica, Ciccio Barbalace, Nello Caruso, Renato Coletta, Gaetano Gennaro “abbiamo raggiunto il punto massimo di scollamento tra quello che chiedono i messinesi e l’apparato” il deputato regionale Filippo Panarello. Pippo Campione “vi invito a pensare, perché oggi farlo è un atto eversivo”, mentre Lucia Tarro Celi ha proposto una serie di incontri tematici fino al congresso, Frazzica ha posto l’accento su un problema- simbolo: “l’assenza di una sede, di un luogo che sia per tutto il Pd”. I giovani del Pd ad esempio, quando in tutta Italia si occupavano le sedi per protesta, a Messina non hanno saputo dove farlo, perché non esiste la sede.
Dal dibattito sono emerse altre tematiche, come il fatto che la prima assemblea provinciale in 4 anni è stata fatta lunedì 8 luglio e solo nel dicembre scorso la Presidente Angela Bottari è riuscita ad avere gli elenchi degli iscritti.
“E’ mancata la casa dei democratici- ha aggiunto per i giovani Dem Guglielmo Sidoti- spesso noi siamo stati costretti a incontrarci nei bar. Basta parlare dei giovani al futuro, parliamo al presente, non siamo manodopera per attaccare manifesti, noi non vogliamo ri-costruire perché qui c’è da costruire”.
Tra i presenti anche Gabriele Siracusano, ex presidente dell’Atm nella giunta Providenti e che proprio a quel periodo ha fatto riferimento “L’esperienza del ’94 dimostra che la società civile è determinante per cambiare. Mi sono allontanato dalla politica nel 2005 con l’elezione di Genovese sindaco, perché in quel momento è finita la politica per chi voleva essere di sinistra. Adesso sono qui non perché voglio ruoli, ma per essere al fianco di questo cambiamento”.
Nel corso delle tre ore si è analizzata una sconfitta elettorale figlia di una serie di cause, tra le quali, un distacco ormai siderale tra la gente e gli apparati di partito. L’elettorato di sinistra ha votato Accorinti perché non si sente più rappresentato da questo Pd e da questa classe dirigente.
“I messinesi sono stati più veloci di noi- ha chiarito Antonio Saitta- Eppure il primo scollamento si era visto nel 2008. I segnali non sono stati colti e siamo arrivati alle primarie di dicembre con il sistema di un voto intruppato che ha portato, ad esempio, all’elezione della Gullo che nessuno conosceva. Adesso abbiamo un’opportunità che è quella di fondare il partito. Ora o mai più. Ma occorre azzerare, resettare, ripartire dai valori e dalla gente”.
Piero David ha sottolineato i rischi dell’incapacità di saper selezionare la classe dirigente “Vanno avanti i fedelissimi a scapito dei competenti” ed in vista del Congresso sono argomenti che devono essere affrontati seriamente.
“ Mi sento corresponsabile di quanto accaduto- ha concluso l’ex segretario cittadino del Pd Giuseppe Grioli- Abbiamo provato, non ci siamo riusciti. L’elettorato del Partito democratico non è più l’elettorato del Pd. Adesso dobbiamo aprire un canale di comunicazione con Accorinti perché il nostro elettorato è lì. Infine voglio fare un appello a Felice Calabrò, perché si unisca in questo nostro percorso ed un invito a tutto il Pd: bloccate i ricorsi. I ricorsi fanno male al Pd, a noi tutti”.
A chiudere quello che è stato solo il primo passo del gruppo del Lucky beach,è stato Alessandro Russo “Questo è il partito delle clientele, diventato un ufficio di collocamento, ma noi abbiamo una visione diversa del Pd e stiamo mettendo da parte ciò che ci ha diviso per fare sintesi. Dobbiamo avere una classe dirigente rispettata e rispettabile. Rinnovo l’invito a Genovese, Rinaldi, a quanti sono stati coinvolti, ad un passo indietro. La sospensione dal Pd non basta, occorre un gesto di responsabilità. Dal ballottaggio dobbiamo imparare una lezione, non riusciamo più a parlare al nostro elettorato. Per questo dico no ai ricorsi”.
Russo, insieme a tutti gli altri firmatari del gruppo, come Giacomo D’Arrigo e Filippo Cangemi, chiederà al commissario Lupo gesti concreti che saranno elencati in un documento: “Il Pd deve essere azzerato nei metodi: quindi drastica riduzione dei circoli, sono una cinquantina e spuntano solo per le primarie e per i tesseramenti e hanno sede nello stesso posto. Azzeramento dei tesseramenti e con il nuovo tesseramento, reale, andiamo al Congresso. Infine i bilanci, mai approvati. Ed un Codice etico vero, applicabile ed applicato”.
Rosaria Brancato