Continua a tenere banco la questione CSS nella valle del Mela. I deputati regionali del M5s hanno infatti presentato all’Ars due mozioni riguardanti la riconversione della centrale Edipower. Nella prima si chiede al governo Crocetta di negare qualunque autorizzazione per il futuro inceneritore, mentre nella seconda si propone un’analisi più generale dello stato dell’AERCA – Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale.
Sul CSS si terrà a breve anche un referendum consultivo, promosso dal Comune di San Filippo del Mela. Proprio a proposito del referendum Zero Waste chiede che sia esteso a tutti i Comuni del territorio, e svolto contemporaneamente: “Ribadiamo che il sindaco Aliprandi, oltre a convocare – ed ha fatto bene – i suoi colleghi a manifestare a Roma, dovrebbe immediatamente convocare un tavolo di concertazione con i suoi colleghi per esplorare la possibilità di una consultazione popolare congiunta e contemporanea in tutti i Comuni, il cui valore politico sarebbe enormemente più grande che non il solo referendum a San Filippo del Mela; chiediamo inoltre ulteriori azioni comuni in sede istituzionale, presso la regione e presso governo e parlamento nazionali, coinvolgendo tutte le associazioni ambientaliste ai vari livelli nazionale, regionale e del territorio”.
Un ultimo appunto va fatto alle richieste di altre associazioni ambientaliste, che chiedono l’emanazione di un’ordinanza sindacale che vieti l’incenerimento del CSS e il suo trasporto su gomma per motivi sanitari: oltre a mancare le caratteristiche di urgenza e provvisorietà necessarie, l’ordinanza sarebbe incompatibile con il famigerato decreto legislativo n. 387/03, che trasforma il CSS da rifiuto in combustibile rinnovabile. Il CSS rientra dunque tra le fonti rinnovabili, e un’ordinanza che ne vieti in qualche modo l’utilizzo verrebbe contestata di fronte al giudice, rischiando di delegittimare l’istituzione che l’ha emessa. Come fa notare Zero Waste, “San Filippo del Mela, i consiglieri comunali e perfino i cittadini hanno tempo fino al 21 novembre per presentare le loro obiezioni al progetto presso il Ministero, secondo la procedura di VIA“. E questo resta, al momento, l’unico modo per impedire concretamente la realizzazione dell’inceneritore.
Giovanni Passalacqua