L’ordinanza del presidente Rosario Crocetta parla chiaro: l’emergenza rifiuti va affrontata anche ricorrendo agli inceneritori, che dovranno bruciare 700 mila tonnellate di immondizia annue. Ma c’è di più: nel documento, i cui dettami sono arrivati direttamente dal governo Renzi, si specifica che gli impianti andranno costruiti prioritariamente in “aree in esercizio a discariche pubbliche, ovvero in aree pubbliche dismesse di discariche non in esercizio, ovvero in aree industriali, anche in prossimità delle stesse”. E, agli abitanti della valle del Mela, fischiano le orecchie.
Nel dispositivo non c’è traccia di ulteriori elementi, ma la precisazione contenuta nell’articolo 14 basta legittimare la possibilità di una riconversione della centrale Edipower di San Filippo del Mela. L’obiettivo è procedere, entro ottobre, alla “predisposizione di apposita procedura di evidenza pubblica per la realizzazione di termovalorizzatori”. A rafforzare l’idea che l’impianto filippese possa essere riconvertito sono i tempi necessari alla realizzazione del progetto, comunque inferiori ai 5 anni che richiederebbe la costruzione di un inceneritore ex novo.
Ma il percorso è ancora lungo e articolato. Pesa lo scontro tra A2A e alcuni Comuni della valle del Mela sul Piano Paesaggistico dell’Ambito 9, contro il quale l’azienda ha presentato ricorso al TAR in quanto adottato, ma non ancora approvato dall’assessorato regionale ai Beni Culturali. Al Piano si è richiamato anche il Ministero dei Beni Culturali, che in una nota ha espresso la sua contrarietà alla riconversione. Ancora, qualche dubbio è stato espresso sulla liceità delle procedure autorizzative adottate: secondo il presidente della Commissione d’inchiesta sulla valle del Mela, Santi Formica, per costruire impianti di incenerimento bisogna bandire gare di evidenza pubblica, e non passando per una procedura di VIA.
Giovanni Passalacqua