Mentre si avvicina la scadenza del 21 novembre per la presentazione delle osservazioni VIA, continuano a polarizzarsi le posizioni degli attori della valle del Mela riguardo il referendum sul CSS. Si è aggiunta in questi giorni la presa di posizione di padre Peppe Trifirò, sacerdote di Archi, schieratosi contro la consultazione. Ma ormai tra i due fronti volano accuse reciproche di sabotaggio della lotta all’inceneritore e opportunismi politici.
Il fronte dei contrari
“A che cosa servirà questo referendum consultivo? Quali vantaggi porterà, visto che anche il referendum sulla privatizzazione dell’acqua non è stato attuato? Sarà strumento sicuro per bloccare e per risanare il nostro ambiente? Oppure darà all’azienda la possibilità di riproporre un progetto riveduto e corretto?”. Così padre Trifirò parla della consultazione referendaria, introducendo uno dei motivi principali del fronte dei contrari: la presunta inutilità della stessa, visto che i Comuni hanno già preso posizione contro la riconversione a CSS della centrale Edipower.
La presa di posizione di padre Trifirò si aggiunge a quella dei Comuni di Milazzo, San pier Niceto, Santa Lucia del Mela e Condrò. Il primo a tirarsi fuori dalla consultazione è stato proprio il comune mamertino, il cui primo cittadino, Giovanni Formica, ha spiegato che il referendum causerebbe un forte astensionismo e rischierebbe di inficiare l’efficacia delle delibere adottate da Consigli e Giunte comunali. Gli altri Enti, dopo due riunioni e la firma di un patto pro-referendum tra i sindaci dell’AERCA, hanno espresso i propri dubbi, abbandonando il tavolo di confronto.
Ma si è anche andati oltre. Nell’ultimo Consiglio Comunale, gli amministratori di San Pier Niceto Luigi Calderone, Domenico Nastasi e Rocco Maimone hanno accusato l’amministrazione di San Filippo del Mela – sul cui territorio insiste l’impianto – di essersi accordata segretamente con A2A, e di volere il referendum al fine di destabilizzare l’unità dei numerosi Comuni che hanno deliberato contro il CSS, inficiando la lotta all’inceneritore.
Il fronte dei favorevoli
Di parere opposto è il fronte dei favorevoli alla consultazione, che gira le accuse al mittente. “Il sindaco Formica è schiavo del PD” – scriveva il comitato “No inceneritore del Mela” a proposito delle posizioni del primo cittadino mamertino. “Ma perché il sindaco di Milazzo è contrario al referendum?” – si chiede il blogger Antonio Napoli – “Lo stesso cerca di dare una spiegazione adducendo motivazioni pretestuose e anche un po’ ridicole, come il paventato astensionismo o il rischio di delegittimare le delibere dei consigli comunali. Ecco, su questo tema io, e non solo io, credo che l’insediamento di un inceneritore su un territorio abbia già un minimo avallo dalla politica, perlomeno quella dei piani alti e altissimi; e pensare che le delibere consiliari di alcuni comuni possano bloccare decisioni prese a certi livelli è un po’ da ingenui. Forse una vasta iniziativa popolare, che si possa concretizzare in un referendum indetto comunque a supporto degli indirizzi politici dati dai consigli comunali, potrebbe far venire qualche dubbio a quella politica bendisposta verso A2A”.
Nella sua argomentazione, Napoli sintetizza efficacemente quelle che sono ormai le convinzioni del movimento referendario sugli autori dello strappo. E insiste: ” A Milazzo non solo non si vuol fare il referendum, ma addirittura la delibera consiliare approvata l’8 ottobre è tutt’ora disattesa nel punto in cui invita l’amministrazione ad adottare apposita delibera di giunta, con la quale esprimere la contrarietà all’uso del Css. Sarà perché non si vogliono scontentare i sindacati e i lavoratori della centrale, sostenitori elettorali del sindaco, che pensano di essere tutelati da A2A, la quale fa già invece capire dai progetti presentati che dei livelli occupazionali non gliene può fregar di meno? Oppure perché a Milazzo prevalgono certe forze politiche che esprimono le figure di riferimento negli assessorati regionali competenti in materia, che devono rilasciare le varie autorizzazioni e che fanno parte di quei livelli alti di cui si parlava prima?”
L’ambigua posizione del Comune di Milazzo era stata segnalata anche dai consiglieri di opposizione, che chiedevano come mai Formica avesse trovato il tempo di dichiararsi contrario al CSS, ma non quello di recepire in giunta la delibera di consiglio contro il CSS. “E’ certo che si è riusciti a spaccare il fronte comune dei sindaci favorevoli al referendum, motivato con equilibrismi degni del circo Orfei” – insiste Napoli, rispecchiando ancora una volta le convinzioni del fronte referendario.
Il punto
La consultazione referendaria sembrava essere il collante in grado di unire tutto il movimento ambientalista contro il CSS. A quasi due mesi dalla manifestazione di Archi, lo stesso fronte è invece più che mai spaccato; e le due fazioni si accusano reciprocamente di non voler affatto impedire l’installazione dell’inceneritore sul territorio. Come sempre, a essere condannati senza appello sono i lavoratori della centrale Edipower, accusati di ricattare chiunque con qualunque mezzo mentre cercano di ricordare ad associazioni e istituzioni che ci sono anche loro, e che una soluzione andrebbe individuata anche per loro. Ma è certo che la spaccatura nella eterogenea costellazione che compone il movimento ambientalista è, ancora una volta, politica.
Giovanni Passalacqua