Lunedì 21 maggio presso la libreria Circolo Pickwick di Messina, è stato presentato il libro “Perché è stato ucciso Pio La Torre” (Istituto Poligrafico Europeo), scritto da Elio Sanfilippo (Presidente LegaCoop Sicilia) e dall’avvocato Nino Caleca, presidente dell’Unione giuristi cattolici italiani. L’incontro, che ha registrato una notevole presenza di pubblico, è stato organizzato dall’associazione Libertà e Giustizia, con la collaborazione della Fondazione Padre Puglisi. Filippo Aldo Liparoti, socio dell’associazione Libertà e Giustizia, ha dichiarato a Tempostretto.it: «È stato un incontro davvero significativo perché si è reso un doveroso omaggio alla figura di Pio La Torre, un segnale importante che spero possa spronare a raggiungere una verità piena. Le tante presenze al dibattuto testimoniano che c’è in atto un bisogno di partecipazione, di non mera presenza, che non deve essere sottovalutato».
Tempostretto.it ha intervistato gli autori, Elio Sanfilippo e Nino Caleca.
Perché questo libro?
Elio Sanfilippo: «Questo libro nasce da una duplice esigenza. Da un lato quella di ricordare la figura di un grande siciliano, decisivo per inquadrare lo stato della nostra regione alla fine degli anni ’80 e in particolare quell’epoca di la lotta contro la mafia. Ma Pio La Torre è una figura essenziale anche relativamente alla lotta per la pace, per impedire che la Sicilia divenisse un bersaglio atomico, dopo la decisione del governo americano, condivisa da quello italiano, di installare missili Cruise a Comiso».
Ma a parer vostro, com’ha agito il tempo sulla figura di La Torre?
ES: «Non bene. Nella memoria storica dei siciliani, il suo sacrificio veniva ad affievolirsi, generalmente affiancato alle tante vittime di mafia che insanguinarono Palermo negli anni ‘80. Al contrario, noi crediamo che quel delitto rappresenti uno spartiacque, poiché diede il via ad un declino inarrestabile all’autonomia siciliana, svilendo il ruolo nazionale e internazionale della nostra regione. Questo libro nasce dunque, per ridare a Pio La Torre il suo giusto peso storico, celebrando una figura politcia esemplare, in un momento in cui l’intera classe politica attuale, viene svilita e vilipesa».
Ma chi era Pio La Torre?
Nino Caleca: «Era un comunista prima di ogni altra cosa. Ma credo che ormai interessi poco questo fatto e non è giusto ricordarlo solo per questo. La Torre era soprattutto un grande costruttore di pace e per lui era proprio la pace l’elemento fondante. La sua idea rivoluzionaria, difatti, era quella di creare unità sul concetto di pace, in modo da superare tutte le divergenze ideologiche in atto in quegli anni. La Torre, è bene dirlo, è un vincente, ha raggiunto il suo obiettivo liberando Comiso e facendo in modo che la Sicilia non rischiasse la propria sopravvivenza».
Ma il vostro libro si pone anche un altro fine, non solo celebrativo…
NC: «Certamente. Vorremmo che le indagini si riaprissero perché, anche se è certo il nome dell’esecutore e dei mandanti che uccise Pio La Torre, ci sono ancora troppi misteri circa i suoi ultimi giorni. Riaprire e non rivedere, perché le indagini sono state fatte in modo equo ma non sappiamo ancora tutto…».
Ovvero?
NC: «Perché Pio La Torre fu ucciso in modo repentino ed immediato? Perché ricorsero ad un killer che non conosceva la vittima e che ricevette l’arma da uno sconosciuto? Se noi dopo trent’anni riuscissimo a sapere chi era quello sconosciuto e soprattutto perché, tre giorni prima dell’omicidio, i servizi italiani e non, sospesero la sorveglianza su La Torre. In tal modo avremmo certamente un quadro ben più chiaro di quanto realmente accadde e del peso storico che questo omicidio certamente ebbe».
È pura utopia?
NC: «Vede, trent’anni fa il mondo era ben diverso ma oggi questa contrapposizione dei blocchi non esiste più. Vorremmo che i Servizi lasciassero trapelare questi chiarimenti per far luce sulla morte di Pio La Torre».
(FRANCESCO MUSOLINO)