Oggi pomeriggio alle 17 l’Anci tornerà a riunirsi per fare fronte comune contro la decisione della Regione di riaprire le scuole e tornare alla didattica in presenza già da domani. Una situazione che preoccupa i sindaci, i primi a chiedere proprio attraverso la sigla dei comuni, tre giorni fa, di sospendere il rientro tra i banchi.
“L’Anci chiede alla Regione dati certi comune per comune sul numero dei positivi ma anche sul tipo di presenza e di pressione sulle strutture ospedaliere e sul numero dei vaccinati. Senza i dati i sindaci sono pronti a ricorre all’articolo 50 del Testo unico degli enti locali ovvero la norma che permette ai primi cittadini di emanare ordinanze “in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale”, ha scritto il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, convocando in video conferenza i suoi colleghi per oggi pomeriggio.
Anche i sindacati sono contrari: “Tornare a scuola già domani è un gravissimo errore. È assurdo sperare di diventare zona arancione o rossa per tenere chiuse le scuole. Ciò vuol dire auspicare un incremento delle degenze in terapia intensiva”, dice il segretario della Flc Cgil Sicilia, Adriano Rizza, a margine della riunione della task force sulla pandemia tenutasi stamani.
“Non lo diciamo solo noi che bisogna ritardare il ritorno a scuola – aggiunge – ma anche la comunità scientifica, nonché autorevoli esperti come lo stesso consulente del Ministero della salute, il professor Ricciardi”. “È giunto il momento che il governo nazionale – continua Rizza – si assuma le responsabilità che gli competono e faccia un mea culpa rispetto a tutto quello che non è stato fatto. Le promesse sui tamponi gratuiti e sulla fornitura di mascherine ffp2, tra l’altro solo in casi particolari, sappiamo con certezza che saranno difficilmente realizzabili”.
“Il tracciamento e la fornitura dei presidi di protezione sono due condizioni fondamentali – rimarca Gaetano Agliozzo, segretario della Fp Cgil Sicilia – per garantire il ritorno a scuola in sicurezza. Condizioni che sono state disattese”.
“Dal dibattito – prosegue Gabriella Messina della Cgil Sicilia – sono emerse le difficoltà e le criticità legate ad un andamento epidemiologico in itinere impone strategie e misure adeguate, nessuna esclusa, ed investimenti concreti da tempo invocati per garantire la scuola in sicurezza”.
“Abbiamo rappresentato le condizioni drammatiche in cui vertono le scuole, le forti criticità soprattutto a livello organizzativo e il fatto inequivocabile che i dati pandemici sono destinati ad aumentare. Assurdo riaprire 2/3 giorni per mandare tutti in DAD o DDI lunedì prossimo. Abbiamo chiesto ancora qualche giorno ma abbiamo capito che solo una norma del governo nazionale può evitarlo! Sotto questo punto di vista il Governo regionale, nella persona di Lagalla, è intervenuto con fermezza: non ci sono le condizioni giuridiche per sospendere ulteriormente le attività didattiche. E’ possibile farlo solo in zona rossa, arancione e nei casi previsti dal Decreto nazionale. Condizioni necessarie ma non sufficienti per andare in DAD poichè ci vuole avallo dell’ASP”, è la posizione de la Gilda Scuola.