REDAZIONALE – Sono finite le vacanze e ci si ritrova con il solito dilemma: come organizzare i bambini nel momento in cui sono ancora piccoli? Se i genitori devono tornare al lavoro e i nonni non sono disponibili a prendersi un impegno fisso nell’accudire i nipoti, le soluzioni sono principalmente due: asilo nido o babysitter? Finché lo smart working è stata una delle soluzioni lavorative più diffuse, questa situazione ibrida è stata favorevole per molte famiglie nella gestione dei figli.
Ma oggi le aziende che stanno continuando a garantire il lavoro da casa 5 giorni su 5 sono davvero poche e pertanto le mamme si ritrovano a dover fare la scelta. Difficile dire se esista una soluzione davvero migliore tra asilo e baby sitter. Ci sono pediatri, ad esempio, che ritengono che mandare i bambini fin da piccolissimi al nido non abbia particolare vantaggio dato che comunque, in tenera età, non avrebbero la possibilità di socializzare con i coetanei e il rischio è di averli sempre a casa malati, non essendo ancora provvisti degli anticorpi necessari per respingere i vari malanni che girano in un ambiente come quello dell’asilo. In tal approccio la baby sitter risulterebbe la soluzione migliore: il bambino cresce in uno spazio che già conosce, nel rispetto dei tempi a cui è stato abituato fin dalla nascita. Il rapporto uno a uno garantisce piena attenzione alle sue abitudini e alle sue attitudini, riuscendo a valorizzarle proprio grazie a questo rapporto diretto.
Se poi si sceglie una baby sitter madrelingua inglese, il piccolo può passare le sue giornate ascoltando il suono di una lingua diversa che diventerà per lui a poco a poco nota. Il che significherà essere facilitato negli anni nell’apprendimento di quella lingua. Dall’altra parte, secondo un punto di vista diametralmente opposto, essere inseriti fin da 1 anno, 1 anno e mezzo, in una comunità, quello dell’asilo nido, significa dare la possibilità al piccolo di affrontare le dinamiche della socializzazione, ricevere tanti stimoli diversi, e se anche qualche volta si ammalerà, questo serve per stimolare le sue difese immunitarie. Alla scuola materna arriverà con un sistema immunitario già rafforzato.
Diverso il caso di un bambino già in età di scuola materna: la maggior parte delle famiglie italiane sceglie naturalmente di mandarlo a scuola. Questa è infatti un’età fondamentale per coltivare le prime amicizie e anche imparare a vivere situazioni di confronto non sempre facili. Piuttosto, durante questi tre anni, la collaborazione con la baby sitter può essere utile nell’orario di uscita. Molte scuole materne, soprattutto quelle private, offrono corsi di attività per l’orario post scuola. Se si ritiene che otto ore in un ambiente scolastico possano però bastare, allora meglio optare per far uscire il bambino all’orario tradizionale (verso le 16, normalmente) coinvolgendo una tata che possa portarlo al parco nei giorni di sole o intrattenerlo nell’ambiente tranquillo della propria casa se piove.
Per scegliere la giusta baby sitter oggi esistono tanti strumenti online, siti specializzati nella ricerca di baby sitter: inserendo i vari filtri, sede di casa, età dei bambini, orari della collaborazione, il sistema seleziona i profili di possibile candidate che si trovano nella propria zona. Il genitore dovrà quindi semplicemente visionare i diversi profili, fare una prima scelta, fissare i colloqui e infine definire la baby sitter preferita. Che potrà essere utile non solo per il dopo scuola, ma anche in caso di malattia del bambino o per guardarlo se i genitori decidono di riservarsi una cena romantica o tra amici.