Di fronte ai conti rossi e un bilancio sempre più “bucato” qualcosa va fatta, al più presto. Ed è in tal senso che il collegio dei Revisori “sollecita” il consiglio comunale, così come emerso durante la conferenza dei capigruppo svoltasi ieri a Palazzo Zanca e a cui ha preso parte anche in qualità di presidente della Commissione Bilancio, Giuseppe Melazzo. Nel corso dell’incontro è stato fatto il punto sulle richieste, “strette”, precise e puntuali della Corte dei Conti, che mostrandosi perplessa rispetto alla manovra di riequilibrio ha richiesto, entro 90 giorni dall’approvazione di quest’ultima, ulteriori “aggiustamenti”. Una relazione pesante rispetto alla quale è stato lo stesso sindaco a mettere le mani avanti (vedi correlato), denunciando lo stato di estrema gravità delle casse comunali, mai come negli ultimi anni. E dire che nel pronunciare queste parole, (inizio dicembre) non si conosceva ancora l’esito della campagna di dismissione attuata dall’amministrazione comunale e che, secondo le stime, avrebbe dovuto consentire un incasso di 16 milioni di euro. Previsioni, o forse meglio speranze, svanite lo scorso 12 dicembre, giorno del pubblico incanto, che è riuscito però solo ad “incantare” l’acquirente del terreno sul torrente Trapani: guadagno complessivo per l’amministrazione pari a 58 mila euro.
Dunque, conti tutti da rifare. Ma questa volta il consiglio vuole e deve vederci chiaro. Da qui la proposta di delibera sottoscritta da Pergolizzi, Melazzo, Cantello e Guerrera, in cui si richiede “al Collegio dei Revisori dei Conti ed al Ragioniere Generale di effettuare ognuno in relazione alle proprie competenze e responsabilità, una relazione dettagliata sullo stato finanziario e patrimoniale dell’Ente da trasmettere al Consiglio Comunale di Messina entro e non oltre 10 giorni dalla data di approvazione della presente delibera”. Il documento verrà discusso in commissione bilancio lunedì per poi approdare in consiglio.
Tornando invece a parlare di numeri e di riserva, o meglio Fondo di riserva, alla luce soprattutto dei primi prelevamenti (311 mila euro) esitati dalla giunta, si “ravvede”, ora più che mai, come sottinteso dagli stessi Revisori, – una decina di giorni favorevoli al riequilibrio, oggi nuovamente perplessi soprattutto a causa del fallimento dismissioni – l’esigenza di vincolare alla copertura dei debiti fuori bilancio le restanti somme del Fondo, all’incirca 1.280 mila euro. Soprattutto perché, secondo gli ultimi dati, aggiornati al mese di novembre, i “fuori bilancio” censiti ma non ancora sottoposti al vaglio del consiglio comunale, ammontano a 32 milioni di euro. Tutto ciò, non lo dimentichiamo, al “netto” delle partecipate, ovvero altri 70 milioni tra Atm (50 mln) e contenzioso Ato3/Messinambiente (20 mln), euro più euro meno. Ma ormai la precisione conta poco. (ELENA DE PASQUALE)