Si aprirà a settembre il vaglio preliminare sul ruolo dell’ex sindaco di Messina Renato Accorinti e altri 11 tra suoi assessori, dirigenti comunali e regionali e il titolare di una ditta di smaltimento rifiuti per la mancata bonifica di una grossa area di Maregrosso, messa sotto sequestro da Carabinieri e Guardia Costiera un anno fa. Malgrado lo sgombero coatto, l’impresa è ancora nell’area.
La Procura di Messina ha chiesto il rinvio a giudizio di tutti gli indagati ai quali contesta, a vario titolo i reati di rifiuto ed omissione di atti d’ufficio, gestione di rifiuti non autorizzata, abusiva occupazione di spazio demaniale, falso ideologico in atti pubblici.
Il 18 settembre ad occuparsi della vicenda sarà il Giudice per l’udienza preliminare Maria Militello, che avrà di fronte Accorinti, gli ex assessori Daniele Ialacqua, Sergio De Cola e Sebastiano Pino, i dirigenti comunali Salvatore Cardia, Romolo Dell’Acqua, Natale Maurizio Castronovo e Domenico Signorelli, i dirigenti regionali Aldo Guadagnino, Marco Messina e Giampaolo Nicocia, infine il titolare di una ditta di smaltimento dei rifiuti, Salvatore Croce.
Secondo i titolari dell’inchiesta – I sostituti procuratore Rosanna Casabona e Marco Accolla – l’amministrazione Accorinti non si attivò colpevolmente per eliminare la discarica abusiva gestita in maniera irregolare da Croce, malgrado la situazione di degrado fosse notoria almeno dal 2017, ovvero dal primo sopralluogo della Capitaneria. Ma soprattutto non utilizzò i fondi regionali disponibili per la bonifica, reiterando le richieste di riaccredito delle somme senza però utilizzarle e mandandole perse.
I 400 mila euro stanziati dovevano servire a demolire l’impianto di smaltimento abusivo, che occupava un’area demaniale di circa 1400 metri quadri, sequestrati a giugno dello scorso anno. Il risultato della mancata corretta istruzione della pratica fu la perdita di somme residue non utilizzate per 233mila euro: 115mila 248 euro per il primo finanziamento e 117mila 831 euro per il secondo.
Per questo gli inquirenti a gennaio scorso hanno chiesto il rinvio a giudizio di tutti gli indagati. Alla prima udienza davanti al Gup Militello, però, celebrata qualche giorno fa, è slittato tutto a settembre prossimo per via di alcuni difetti di notifica ed eccezioni degli indagati. L’Assessorato regionale Territorio e Ambiente e l’Autority sono parti offese nel procedimento.
Impegnati nelle difese gli avvocati Salvatore Giannone, Alberto Gullino, Marco Di Mauro, Maria Puliatti,Carmelo Picciotto, Adriana La Manna, Roberto Materia, Isabella Barone, Antonio Catalioto,Rosa Di Bernardo e Cinzia Picciolo.