MessinaServizi, la Fp Cgil: “Stop con le attese”. Ultimatum per il consiglio

Lavoratori e sindacati di nuovo sul piede di guerra. Dopo la tregua concessa in questi due mesi, per Messinambiente rischia di aprirsi una nuova pagina di lotta. I lavoratori non hanno più intenzione di concedere tempo al consiglio comunale che dallo scorso mese di febbraio tiene in stand by la delibera di affidamento del servizio e relativo contratto alla MessinaServizi Bene Comune. Dopo essersi battuti duramente per la costituzione della nuova società, adesso lavoratori e sindacati puntano a chiudere la partita per dire addio definitivamente a Messinambiente e ricominciare da capo in una società nuova che riparte da zero.

La Fo Cgil scende nuovamente in campo per imprimere una svolta all’iter di approvazione per il contratto di servizio. “Se si vogliono rispettare i tempi previsti per l’avvio e il transito del personale nella nuova società – commenta il segretario provinciale della FP CGIL Carmelo Pino – è necessario che il Consiglio comunale acceleri i tempi e non resti con le mani in mano. Ormai non ci sono più alibi, l’amministratore è stato nominato, la società è stata costituita. L’unica cosa che resta da fare è che riunirsi per deliberare sul contratto di servizio”. Affinché la situazione si sblocchi è però necessario che “il civico consesso si dia una mossa e non stia con le mani in mano. Diversamente sarà mobilitazione di tutte le maestranze, senza proclami, passeremo direttamente all’azione”. E’ questa la decisione emersa nel corso dell’assemblea che si è svolta questa mattina presso la sede del sindacato tra i lavoratori, la segretaria generale Clara Crocè e il sergretario provinciale Carmelo Pino. Pronto anche l’ultimatum: “Se entro il 9 maggio non sarà esitata la delibera partirà una mobilitazione eclatante”.

E sullo stesso piede di guerra c’è anche la Uil che appena due giorni fa aveva suonato la sveglia ai consiglieri comunali, in questo momento responsabili dello stallo che si è creato sull’imminente futuro della gestione rifiuti.

Il rischio adesso è di riaccendere un clima di conflitto e tensione che non fa bene a nessuno, soprattutto a chi si ritroverà a votare con il fiato sul collo.

F.St.