Anche la discarica di Motta S. Anastasia chiude i cancelli. Niente più rifiuti indifferenziati nel sito della provincia catanese gestito dalla ditta Oikos, lo ha stabilito l’ultima ordinanza che il presidente della Regione Rosario Crocetta ha siglato giovedì pomeriggio. Un’ordinanza che ha mandato in tilt, come ormai è consuetudine, la raccolta dei rifiuti in città. Perché Messina si è svegliata scoprendo a sue spese che non poteva più portare i suoi rifiuti a Motta S. Anastasia. Il paradosso è che nessuno, a quanto pare, aveva avvisato il Comune e Messinambiente di un’ordinanza che è entrata in vigore già da ieri, mentre i camion messinesi si erano diretti come ogni giorno nella discarica di Motta. Le operazioni di raccolta si sono ingolfate, i mezzi sono rimasti pieni, in fretta e furia si è scoperto che da ieri Messina deve portare la sua spazzatura presso l’impianto di Grotte S. Giorgio, sempre nel catanese. E così si cambia la terza discarica in due anni. Con gli inevitabili disagi che adesso si ripercuoteranno direttamente sulla città che, anche sotto le festività natalizie, sarà piena di rifiuti perché è ormai noto che basta un giorno di mancata raccolta per ritrovarsi a fare i conti con i sacchetti accumulati per strada anche per diversi giorni.
In realtà però ci si doveva preparare a questa novità che era già stata annunciata nell’ordinanza regionale dello scorso 1 dicembre, quella che Crocetta aveva firmato per rinnovare i poteri straordinari nella gestione rifiuti in Sicilia. C’era un passaggio dell’ordinanza 26/rif del 1 dicembre che prevedeva il rischio di una nuova crisi per Messina. Si tratta dell’articolo 3, che definiva “l’attività straordinaria per l’impianto gestito dalla Oikos”, cioè la discarica. Al comma 3 l’ordinanza prevedeva che «alla discarica di Motta S. Anastasia dovrà essere conferita esclusivamente la frazione secca di sopravaglio dei rifiuti urbani indifferenziati sottoposti a tritovagliatura presso altri impianti di smaltimento, nelle more che il soggetto gestore Oikos provveda autonomamente avviando un progetto di inertizzazione della frazione organica dei rifiuti e tritovagliatura in altro sito idoneo». Questo cosa significava? La spiegazione arrivava al comma 4 che prevedeva che «il Dipartimento Regionale Acqua e Rifiuti, con successiva disposizione attuativa, avrebbe disciplinato le modalità e i termini di conferimento dei rifiuti urbani indifferenziati dei Comuni che attualmente conferiscono i propri rifiuti presso l’impianto di Motta disponendo il conferimento presso quello gestito dalla Sicula Trasporti».
Adesso la nuova disposizione è arrivata, cogliendo Messina evidentemente impreparata. Si scarica a Grotte S. Giorgio, presso il sito gestito dalla Sicula Trasporti.
Si pone però un nuovo problema: con la nuova discarica si presenterà nuovamente il problema dei sovraccosti determinati da Messinambiente per i conferimenti fuori orario? Quelli dell’anno 2016 sono stati oltre di 2 milioni di euro, così come già rilevato dal nuovo dirigente del dipartimento Sanità ed Ambiente, che ha solo parzialmente trovato una soluzione a questi costi extra recuperando economie pari a 600.000 euro. Un servizio vulnerabile e che, come ha segnalato il dirigente, costa più di quanto si era ipotizzato. Il Consiglio Comunale sarà chiamato a giorni ad aumentare la Tari 2016 per evitare l’ennesimo debito fuori bilancio causato dal malfunzionamento del servizio. Già nei giorni scorsi la commissione Bilancio si è ritrovata tra le mani anche un altro debito da 1 milione di euro che si trascina dal 2013, quando Messina iniziò a scaricare a Motta.
Nella nuova discarica confluiranno i rifiuti di quasi mezza Sicilia ed è ipotizzabile un orario contingentato destinato alle varie città, con una probabile precedenza delle città della provincia di Catania, rispetto alle altre. Se quindi non fosse più possibile conferire in discarica come fatto finora a Motta S.Anastasia, quali ripercussioni avrà il servizio? L’ennesimo stop di poche ore, infatti, ha dimostrato come sia fragile il sistema di raccolta. I pochi mezzi a disposizione ed un sistema arcaico di trasferenza dei rifiuti produce ogni volta giorni di disagio, rifiuti abbancati per le strade ed emergenza sanitaria. Siccome è sempre la stessa storia ormai è diventato scontato che una delle più grandi città di Italia si trovi ad ogni piccolo intoppo in una situazione da terzo mondo.
Il solito circolo vizioso senza via d’uscita. E che succederà se con la nuova discarica emergessero ulteriori problemi?
Francesca Stornante