Messina sconta la protesta dei giorni scorsi, è emergenza in tutta la città. LE FOTO

Ancora una settimana. Ci vorranno almeno altri 7 giorni per tornare alla normalità. Messina sta pagando a carissimo prezzo lo stop di due giorni dei servizi di raccolta per la protesta massiccia dei lavoratori di Messinambiente.

I segni sono ancora tutti sulle strade. Sia in centro città che spostandosi verso villaggi e periferie la situazione rifiuti è al collasso: montagne di spazzatura ovunque. Ci sono sacchetti sui marciapiedi, anche per diverse decine di metri, che in tantissimi punti hanno ostruito il passaggio dei pedoni, ci sono cumuli ai bordi delle strade, c’è una situazione di sporcizia che in alcune zone sta iniziando a creare disagi sotto il profilo igienico-sanitario.

Il liquidatore di Messinambiente Giovanni Calabrò assicura che nel giro di una settimana la città dovrebbe tornare in una condizione di normalità, sempre se tutto andrà bene e se nel frattempo non dovessero capitare altri “incidenti di percorso”, ad esempio sui mezzi, costretti ad almeno 4 viaggi al giorno verso la piattaforma di Pace nonostante la loro vetustà.

In questi giorni super lavoro per gli operatori che stanno raccogliendo un media di 420 tonnellate di spazzatura al giorno, contro le circa 250/280 che si raccolgono di solito quotidianamente. Ogni notte Messinambiente sta cercando di eliminare dalle 4 alle 6 mini discariche che si sono create intorno ai cassonetti in quasi tutta la città, sia in centro che nei villaggi. Un’emergenza a macchia di leopardo, così l’ha definita Calabrò, spiegando che Messinambiente sta raccogliendo i sacchetti sia manualmente che, dov’è possibile, con l’ausilio dei bobcat, ma anche la raccolta non è un’operazione semplice in queste condizioni. Per questo il liquidatore lancia un messaggio ai messinesi: “Quando vedete un cassonetto svuotato sforzatevi di gettare i vostri sacchetti dentro il cassonetto e non fuori, anche se tutto intorno è pieno di rifiuti. Solo così non si continuerà a far crescere i cumuli di spazzatura”.

Per far fronte il prima possibile all’emergenza, il liquidatore ha anche chiesto alla Oikos, società che gestisce la discarica di Motta S. Anastasia la possibilità di scaricare fuori il consueto orario previsto dalle 7 alle 17 e di poter aumentare la quantità che Messina può giornalmente portare in discarica. Torna così alla ribalta il famoso problema del “fuori orario”, cioè la necessità per la società di via Dogali di sforare i limiti orari pattuiti tra il Comune di Messina e la società Oikos. Problema che pochi mesi fa ha scatenato non poche preoccupazioni ne consiglieri comunali che, nell’approvare il piano finanziario della tassa rifiuti, hanno dovuto scoprire le somme che Messinambiente deve versare alla Oikos per aver scaricato oltre i turni consentiti.

Calabrò spiega che si tratta di una situazione che si verifica ogni mese, tanto da ritrovarsi con sovraccosti che ammontano a dai 25 mila euro in su, fino a toccare quota 40 mila euro. Costi che poi vengono addebitati a Messinambiente, una vera ingiustizia per il liquidatore Calabrò, che dopo questo ennesimo disastro ha deciso di chiedere al Comune di rivedere di sana pianta i termini contrattuali che legano Messina alla catanese che gestisce Oikos. Anche perché non ci sta a dover pagare soldi extra che si tolgono così all’azienda, quindi a fornitori e servizi, per un software che non era stato attivato.

La situazione è dunque ancora delicarissima. E la beffa è che tra pochissimi giorni, esattamente il 5 febbraio, scade la terza rata Tari.

Francesca Stornante