Le indagini erano iniziate a dicembre, quando in contrada Sant’Onofrio, vicino al torrente Caronia, era stata trovata la carcassa di un suino. Qualche notte prima, alcuni testimoni avevano notato lì una persona che scendeva da un’auto e sversava nel terreno i liquidi contenuti dentro dei fusti.
I fusti sono stati poi trovati in un locale abbandonato, nelle pertinenze di una vicina azienda di mobili. Erano lì da diversi anni, cioè da quando la ditta era subentrata ad un’altra azienda agricola.
In particolare, in quel locale, una vecchia cabina elettrica, c’erano: 60 fusti da 10 kg e 15 fusti da 5 kg contenenti pesticidi di terza classe di tossicità con principio attivo il dimetoato, sostanza classificata dalla normativa come pericolosa; 50 cartoni di polvere insetticida di prima classe di tossicità, indicata in etichetta come “veleno”.
Le analisi di laboratorio, effettuate su campioni prelevati dal terreno in cui era avvenuto lo sversamento e su alcuni campioni di tessuto prelevati dagli organi della carcassa del suino, hanno confermato le ipotesi investigative.
I fusti, il locale e l’auto sono stati sequestrati, su richiesta del pubblico ministero Federica Urban e decreto del giudice Ugo Domenico Molina, che dispone la distruzione del materiale tossico ed il suo smaltimento nelle modalità previste dalla legge.
I carabinieri di Caronia, coordinati dalla Procura di Patti, hanno quindi denunciato il 60enne S. L. (la persona che svuotava i fusti nel terreno), il 53enne C. C. e il 32enne I. C. (riconducibili all’azienda di mobili) per i reati di attività di gestione di rifiuti non autorizzata e getto pericoloso di cose.