Continua a Messina il percorso del circolo Rifiuti zero per sensibilizzare la città sul tema della riduzione dei materiali di scarto che finiscono ogni giorno nelle discariche. Il 27 settembre c'era stata la conferenza che ha portato Paul Connett, professore della St. Lawrence University di New York e padre della strategia “rifiuti zero”, a esporre la sua teoria in dieci punti per ridurre i rifiuti cittadini. Da allora il gruppo che a Messina si ispira ai suoi studi, composto da Rosaria Brancato, Antonio Calioto, Giuseppe Gazzarra, Salvatore Mammola e Mario Spinella, ha iniziato una raccolta firme. La richiesta che fanno al Comune è di installare un impianto di compostaggio che permetta ai cittadini di immettervi i rifiuti organici — quelli più difficili da tenere in casa perché suscettibili a deterioramento — e trarne il compost, fertilizzante naturale molto richiesto in agricoltura, specie quella biologica. «Abbiamo già ottenuto 1200 firme in due sole giornate» afferma l'avvocato Calioto. Nel Salone delle bandiere di palazzo Zanca il gruppo ha presentato le prossime iniziative. «Il primo appuntamento è questo pomeriggio all'isola pedonale, dove oltre a continuare la raccolta firme uniremo tre iniziative – spiega Giuseppe Gazzarra – A chi vorrà diremo come fare il compostaggio domestico, poi metteremo in mostra le opere di Carmen Geraci, Emanuele Fichera e Giuseppe Lo Coco e della loro Trash art realizzata interamente con materiali di scarto; infine daremo i “consigli di Natale” su come riciclare gli oggetti più usati durante le festività. Pochi sanno dove vanno gettate le palle o le luci che adornano gli alberi». Poi, domenica 30 dicembre, lungo corso Garibaldi si terrà la gara podistica. «Io la volevo chiamare passeggiata ecologica, Catalioto la voleva chiamare maratona, ma la sostanza non cambia: sarà una gara che partirà da piazza Municipio e a cui potrà partecipare chiunque vorrà con un contributo libero per avere la maglietta del circolo – racconta Rosaria Brancato – Poi assegneremo un premio simbolico al più anziano e al più giovane partecipante». In una città che lotta contro il dissesto finanziario e dove l’emergenza sanitaria è sempre dietro l'angolo, discutere di come rendere i rifiuti una risorsa non è, per dirla con le parole di Antonio Calioto, «un semplice esercizio accademico, ma un segnale tangibile». Un atto così concreto che incide sulle finanze di ciascun cittadino, come spiega lo stesso Calioto: «Dal 1 gennaio 2013 la Tarsu verrà soppiantata dalla Tars, tassa sui rifiuti e sui servizi, e l'aumento sarà di 40 centesimi per metro quadro di rifiuti. Il rincaro verrà calcolato, come scritto nella legge regionale che istituisce il nuovo tributo, sulla base della “quantità e qualità media dei rifiuti”. Questo significa – continua Calioto – che mandare in discarica meno spazzatura ci farà risparmiare, oltre ai costi del trasporto (che per la città di Messina ammontano a oltre 13milioni di euro) anche sulla Tars». Ma Messina resta ancora fanalino di coda nella raccolta differenziata. I dati del 2010 indicano che ogni messinese produce in un anno 512 chili di spazzatura, ma la differenziata resta ferma al 7,54%. Solo 25mila tonnellate di rifiuti su un totale di oltre 334mila non finisce in discarica. In Sicilia fanno peggio di noi Palermo con il 6,81%, Siracusa con il 6,07 e Enna con l'1,73%. Questo quando una legge regionale, la numero 9 approvata nel 2010, imporrebbe la raccolta differenziata per il 40% dei rifiuti nel 2012, e il 65% per il 2015. Gli amministratori locali sarebbero suscettibili al giudizio della Corte dei Conti per il danno erariale derivante dal mancato rispetto di queste soglie, così come è accaduto in Liguria, dove il sindaco di Recco e il dirigente comunale responsabile del settore sono sotto giudizio e rischiano di dover pagare una penale di 200 mila euro. (Ilaria Raffaele)