Vita. “Ma che bella parola” avrebbe detto sicuramente il compianto grande giornalista Luciano Rispoli, se ancora oggi conducesse con il Prof. Gian Luigi Beccaria, il programma “Parola mia”andato in onda negli anni 85/88 e 2000/2003. Quante condizioni, situazioni, episodi, racchiude questa bellissima parola. Si tratta di un termine insito In tutte le attività umane, l’elemento principale, il traguardo, che ispira e persegue ogni iniziativa. Trascorriamo la nostra “Vita” operando, lottando e impegnandoci per la nostra e per quella dei nostri cari. Qualche volta la nominiamo a sproposito,tanto per riempirci la bocca. Come quando spariamo il “Iavi na vita chi ti supportu”, oppure (di questi tempi sempre meno) qualcuno giura “ amore per tutta la “Vita”, salvo poi a giurarsi “eterna vendetta” davanti il Giudice che tratta le separazioni coniugali. Vabbè – come si dice – pensiamo positivo e consideriamo che tutte le fatiche umane, siano esse materiali, scientifiche o economiche, politiche e anche sportive, ad altri obiettivi non tendono, se non a quello di migliorare questa nostra ”Vita”. Quella che ciascuno di noi vorrebbe, senza malanni, o condizione economica troppo precaria ma semplicemente dignitosa e anche un po’ fortunata. Altro aspetto che ha precisa attinenza con la “Vita” è quello tragico dei conflitti armati tra nazioni. E se tutti i governanti dei paesi del mondo, avessero come obiettivo principale la “Vita” delle popolazioni che governano, farebbero tutto il possibile per evitare guerre che portano lutti e distruzioni come di questi tempi succede in alcuni paesi afroasiatici, come la Siria, lo Yemen e altre ancora, dove le vite umane annientate giornalmente hanno raggiunto numeri apocalittici. Purtroppo esistono Nazioni i cui sovrani (non di rado sostenuti dalle consorti) che in disprezzo della “Vita” del popolo che governano, non fanno il possibile per evitare attriti con altri Paesi, così creando le condizioni per lo scoppio di guerre che portano distruzione e morte di tantissime “Vite” innocenti. Come di questi tempi sta avvenendo tra il provocatore Governatore della Corea del Nord Kim Jong-un che continua a minacciare gli Stati Uniti con il suo Arsenale Nucleare, il cui eventuale conflitto porterebbe distruzione di paesi e milioni di ”Vite” umane, ovvero l’annientamento di quel dono cui madre natura ci ha dotati e che sulla cui fine solo il buon Dio dovrebbe decidere, non le guerre. “Sì, va bene,lasciamo perdere, che il discorso è troppo complicato” dirà a questo punto il lettore che sta scorrendo il pezzo. In effetti – devo riconoscerlo – il tema non è di quelli che, dato il titolo, vai velocemente allo sviluppo e chiudi con un pensiero finale. Perchè la “Vita” racchiude in se tutte le tematiche umane. E tutte dovrebbero tendere a renderla Bella, come ci ha raccontato da par suo il grande Benigni nell’omonimo film, ambientato ai tempi del nazifascismo, con la persecuzione degli Ebrei e i forni crematori. Purtroppo – ahinoi – il ciclo esistenziale di ogni essere umano è regolato dalla dicotomia “inizio – intervallo – fine. Dice: Sì va bene, però per i cattolici, dopo la terrena c’è la Vita Eterna. Ho capito, ma – detto in tutta franchezza – a me questo”mistero”, pur essendo un cattolico a mezzo servizio, mi induce a qualche logica riflessione che fa vacillare la mia condizione di “credente”. Lo dico molto sinceramente e non me ne frega niente se qualche Prelato che sta leggendo ha strabuzzato gli occhi: sono convinto che a nessun essere vivente passerà mai per la testa, di invocare la morte per passare al godimento della Vita eterna (eutanasia e similari sono tutt’altra cosa) altrimenti viene da chiedersi come mai, quando preghiamo il Buon Dio la Madonna o i Santi, imploriamo come prima Grazia la buona salute per noi e per i nostri cari, nella speranza di vivere bene e il più a lungo possibile. Dice: Sì, e allora i martiri? Ho capito, ma il martire decide di morire per mano assassina, perché fedele a una causa, ma non è che va lì a dire: tagliatemi la testa, che voglio andare a “vivere eternamente”. Chi – come il sottoscritto – conta un numero di anni che approssima il traguardo terreno, sono convinto vorrebbe vivere una età senza limiti. Insomma, per dirla più chiara: siccome fino al momento non risulta che qualche cittadino dell’aldilà eterno abbia fatto ritono sulla terra per spiegarci come s’è trovato tra gli angeli, preferirei rimanere a godere la vita terrena. A condizione di non invecchiare. Vabbè, ridete pure, ma io la penso così. Questo mio scritto – quale che sia il giudizio di chi vorrà leggerlo – non vuole fornire risposte decisive sul valore della Vita e aspetti teologo-filosofici connessi, ma rimanere un modesto personale parere su una condizione che ci permette in tante circostanze di ringraziare il Buon Dio per avercela donata (per interposti incaricati)e di goderne i tanti momenti di gioia e serenità familiare, come quelli che trascorriamo in occasione di ricorrenze particolari, oppure la sera quando seduti sul nostro divano con moglie, figli e nipoti davanti alla TV, ci godiamo storie d’amore, ma anche di guerra, per ridere, piangere o riflettere. E quando c’è la pubblicità approfittarne per chiacchierare del più e del meno; della quota condominiale che è stata troppo pesante, oppure ricordarci che domani c’è da pagare qualche bolletta. Insomma ho parlato a modo mio, di una “partita a tre tempi senza supplementari”: alba, luce e buio, esattamente come succede nel “LA VITA”, che per qualcuno è bella, per altri e sacra e qualche altro vorrebbe “spericolata”.
Antonino Marino