La conclusione logica ed Istituzionalmente corretta di un incarico per la formazione di un Governo tecnico, cui è pervenuto il Capo dello Stato già vede schierati contro centrodestra e M5S.
Vi è da chiedersi quanto in basso sia sceso il senso dello Stato e dell’etica in chi per due mesi ha giocato e non è riuscito a formare un nuovo Governo stabile ed oggi invoca il ricorso alle urne.
Se il Governo che sarà proposto dal Presidente Mattarella non avrà la fiducia delle Camere accadrà
Ciò che non ci viene detto.
Sia che si voti a Luglio o a Settembre non cambierà nulla!
I principali istituti demoscopici concordano sul fatto che nessuno raggiungerà la maggioranza assoluta.
Le conseguenze saranno drammatiche per tutto il Paese e soprattutto per il Mezzogiorno.
1)Tra Ottobre e Dicembre scadranno 42 miliardi di BTP poliennali, in un clima di instabilità, quali mercati finanziari li rinnoveranno ed a quali tassi di interesse?, tutto questo ci costerà, nello scenario più ottimistico dei tassi, dai 7 ai 9 miliardi di interessi sul debito da rinnovare.
Interverranno le banche italiane che saranno costrette ad una nuova drammatica stretta creditizia, che sarà pagata dalle imprese soprattutto nel Mezzogiorno ed in particolare le aziende meridionali che esportano a pieno ritmo da due anni.
A nulla varranno i trasferimenti dalla BCE con un quantitative easing che sarà in diminuzione e perderemo quote di mercato.
2)il Def, (Documento di Economia e Finanza)dovrà prevedere un rientro del debito sul Pil dello 0.75% con una manovra correttiva tra i 21 ed i 30 miliardi di Euro stimando il PIL 2017 al 1.2% con relativi tagli alla spesa pubblica, compresi i trasferimenti agli enti locali, molti dei quali in questa settimane sono teatro di scontri elettorali , non sempre proprio decorosi.
3) Nella finanziaria del 2018 andranno trovate le coperture necessarie volte ad evitare, a partire dal 1 gennaio 2019 l’aumento dell’IVA la cui l’aliquota intermedia salirà dal 10 al 12% mentre quella ordinaria passerà dal 22 al 24,2%.
A Gennaio 2020 con l’aliquota intermedia al 13% e quella ordinaria al 24,9%,a cui si aggiungerà l’ennesimo rincaro delle accise sui carburanti.
Uno scenario che i giocolieri dei veti ci nascondono,o probabilmente neanche lo conoscono bene.
L’aumento dell’IVA colpirà soprattutto le aree economiche deboli del Paese ed i consumatori con un effetto “domino” sui consumi interni e sulla produzione.
In questo scenario la disoccupazione quella attuale in aggiunta a quella strutturale rischia di aumentare di 1/1.50%.
Non si vuole disegnare uno scenario apocalittico ma più semplicemente rispondere al dovere etico di informare.
La Grecia è più vicina di quanto crediamo.
Dott. Stefano Nicolosi
Consulente Giuridico d’impresa
Consulente di direzione
Messina 7 Maggio 2018