De Simone: “Messina è porto più forte di Catania e Augusta. Lo dicono i numeri”

Lo aveva già detto tempo fa e ora, mentre l’ufficialità della riforma è vicina, lo ribadisce. Il porto di Messina ha numeri superiori rispetto a quelli di Catania e Augusta e se i tre porti dovessero essere accorpati, come pare, il ruolo di leadership dovrà spettare logicamente a Messina. Il presidente dell’Autorità Portuale, Antonino De Simone, torna a far chiarezza nel momento in cui, presumibilmente alla fine della prossima settimana, verrà varata la riforma delle Autorità Portuali.

Da 24 sedi si passa a 14 e per Messina sfumerà la prospettiva agognata di rimanere da sola, inglobando anche i porti di Reggio Calabria e Villa San Giovanni. Sono riuscite in questo intento, invece, Ravenna e Ancona, che in una prima bozza erano accorpate. Manterranno la propria autonomia anche Trieste, Venezia, Civitavecchia e Gioia Tauro, mentre gli altri accorpamenti riguarderanno Genova e Savona (con sede a Genova), La Spezia e Carrara (con sede a La Spezia), Livorno e Piombino (sede a Livorno), Napoli e Salerno (sede a Napoli), Cagliari e Olbia (sede a Cagliari), Palermo e Trapani (sede a Palermo). In Puglia unica Autorità Portuale per quattro sedi: Taranto, Bari, Brindisi e Manfredonia (con sede a Taranto).

L’unica sede non ancora stabilita è quella della Sicilia Orientale, tra Messina, Catania e Augusta, ed è qui che entrano in gioco i numeri. Secondo gli ultimi dati ufficiali, Messina, forte della posizione sullo Stretto, ha oltre 8 milioni di passeggeri annui (primo in Italia e ottavo in Europa), Catania 437mila (fuori dalla top 15 italiana), Augusta zero; Messina conta 500mila croceristi, Catania la metà, Augusta zero; per il traffico merci Messina muove 22 milioni 400mila tonnellate, Catania 4 milioni 840mila, Augusta quasi 30 milioni; Messina e Augusta non muovono container, Catania ne muove 22mila teu; Messina ha molti più accosti di Catania e Augusta per il traffico gommato, le gru, le crociere e i passeggeri; tratta i prodotti petroliferi, così come Augusta, mentre Catania no; è l’unica ad avere il raccordo ferroviario ed ha le banchine commerciali più lunghe (3 km e 250 metri rispetto ai 2 km e 560 metri di Catania e a 1 km e 160 metri di Augusta); il potenziale sviluppo è alto per Messina e Augusta, basso per Catania; Messina e Augusta fanno parte di un corridoio europeo Ten-T, Catania no; Messina ha 29 dipendenti, Catania 7, Augusta 17; infine l’unico porto core è quello di Augusta.

Ricapitolando, su 12 parametri, Messina prevale in 6, Augusta in 2, Catania in 1, mentre altri 3 premiano sia Messina sia Augusta, a scapito di Catania che è evidentemente il porto più debole.

“Sin dal primo momento – afferma De Simone – ho detto che la soluzione migliore per la nazione e per le due sponde dello Stretto era quella di restare da soli e includere Reggio e Villa. Visto che è stata osteggiata, meglio restare in Sicilia, anche perché Messina ha certamente numeri superiori rispetto a Catania e Augusta. Ho inviato i dati a chi di dovere e mi auguro che prevalga la logica dei numeri, com’è giusto che sia”.

Il presidente dell’Authority ribadisce, poi, le motivazioni del no all’accorpamento con Gioia Tauro: “Non si tratta di discriminare la sponda calabra, nonostante alcuni si siano espressi in tal senso, ma Gioia Tauro è una realtà del tutto differente dalla nostra. Sarebbe persino sparito il nome di Messina, Milazzo sarebbe andata via ed anche dal punto di vista finanziario sarebbero seguite difficoltà. Un’ipotesi completamente da scartare”.

Dunque Messina con Catania e Augusta. Perdere la leadership sarebbe grave: resterà solo un direttore senza diritto di voto, che potrà portare le istanze in un comitato costituito nella sede principale. Cosa ancor più grave, visto che l’Authority messinese dispone di un attivo di decine di milioni da impegnare sul territorio, le risorse sarebbero accentrate e forse anche il personale.

La speranza è che si ragioni sulla base dei numeri e la sede rimanga a Messina, il timore è che venga prescelto il porto core, vale a dire Augusta. Ed allora la memoria torna a qualche anno fa quando Messina doveva ambire al riconoscimento di porto core ma ancora una volta perse sul piano politico. Il porto siracusano ha un alto potenziale di sviluppo che però va messo alla prova dei fatti. Quando e se si concretizzerà, ma si dovrà fare i conti coi lunghi tempi delle opere pubbliche, Augusta potrà incrementare i suoi numeri. Al momento, il porto più forte è quello di Messina. In attesa dell’epilogo che è ancora incerto.

(Marco Ipsale)