Domani all’Ars ricomincia la telenovela della riforma delle province. Mentre nubi sempre più grandi e sempre più nere si raccolgono sul cielo di un Ddl falcidiato dalle guerre interne e dal fuoco dell’opposizione, cresce il fronte di quanti vogliono difendere le Città Metropolitane, messe a rischio dal voto dei giorni scorsi che ha visto ko il governo e la maggioranza.
Oggi a Palermo,per un incontro organizzato dalla CgilSicilia si sono dati appuntamento anche i sindaci di Palermo, Catania e Messina, per fare fronte comune dopo lo stop dell’Aula alle tre Città Metropolitane. Assente il sindaco di Catania Enzo Bianco, è stato sostituito dall’assessore al bilancio Giuseppe Gilardo.
Quanto a Leoluca Orlando, la sua posizione è stata chiara sin dal primo momento, quando ha tuonato “Se l’Ars non approverà la riforma la Regione deve essere commissariata”, posizione ribadita anche oggi, ricordando come la stessa Costituzione preveda l’istituzione delle Città Metropolitane, occasione imperdibile per accedere anche ai Fondi Europei.
Che Renato Accorinti sia per Messina città metropolitana è fatto noto,anzi, da tempo si batte per la realizzazione del sogno del “popolo dello Stretto”, ovvero l’Area integrata dello Stretto, sogno che può diventare concreto solo se le due città tra le sponde sono Metropolitane.
Questa mattina Accorinti e Signorino hanno incontrato a Palazzo Zanca una delegazione della deputazione nazionale e regionale proprio per sottolineare l’importanza di un intervento collettivo. A conclusione della riunione, l'Amministrazione comunale ha condiviso con i rappresentanti messinesi del governo nazionale e regionale un documento: "L'inclusione di Messina tra le città metropolitane, tra l'altro, ha senso nell'importante prospettiva extraregionale della realizzazione dell'area metropolitana dello stretto: un bacino di popolazione superiore alle 800 mila unità con una storica tradizione di scambi e complementarietà. Inoltre l'Amministrazione ha già avviato un percorso condiviso con i sindaci di Sicilia e Calabria dell'Area dello Stretto, per il riconoscimento della continuità territoriale, intesa come capacità di garantire un servizio di trasporto che non penalizzi i cittadini residenti in territori meno favoriti. La continuità territoriale si inserisce nel quadro più generale di garanzia dell'uguaglianza sostanziale dei cittadini e di coesione di natura economica e sociale, promosse in sede europea. Il trasporto, infatti, ancorché come configurato come attività di tipo economico, è un elemento essenziale del diritto alla mobilità previsto dall'articolo 16 della Costituzione, tale da dover essere garantito a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro dislocazione geografica. L'Amministrazione, altresì, rilevando il costante rimarchevole peggioramento dei servizi di collegamento fra le due sponde dello stretto in termini di frequenza e di velocità, segnatamente negli ultimi anni, evidenzia la ormai ineludibile necessità di un deciso impulso alla ricostruzione di un servizio integrato di collegamenti che assicurino la continuità territoriale costituzionalmente garantita. Anche alla luce di queste considerazioni, l'Amministrazione comunale sostiene con convinzione l'istituzione delle città metropolitane in Sicilia, considerata anche l'importante prospettiva dell'area metropolitana dello stretto che la legge stessa propone, vedendo in questa innovazione istituzionale un motore di sviluppo per la città, l'area dello Stretto di Messina e l'intera Regione Siciliana e chiede pertanto alla deputazione nazionale e regionale di farsi carico di queste inderogabili esigenze".
Intanto la Cisl Regionale, ha fatto un manifesto-appello alla deputazione, firmato dal segretario regionale Maurizio Bernava e dal pro-rettore di Messina Michele Limosani e nel quale vengono ribadite le motivazioni che fanno delle tre Città Metropolitane un’occasione di rilancio e di sviluppo per l’intera Sicilia.
“Le città metropolitane sono considerate dall’Unione Europea come l’organismo territoriale prioritario cui destinare rilevanti risorse finanziarie. Le città di Messina, Catania e Palermo, potranno entrare a far parte del “C15”, cioè il Club delle 15 città metropolitane italiane. Un club ristretto e selezionato che, nel dialogo diretto con il governo nazionale e la commissione europea, sarà chiamato a definire le linee strategiche e progettuali sulle quali impegnare le future risorse finanziarie europee dei PON, dell’Agenda Urbana e della programmazione regionale a valere sui fondi PO-FERS”.
L’appello è rivolto a tutti i siciliani, alle forze sociali, rappresentanze imprenditoriali, ordini professionali, per sottoscrivere il documento ed invitare i parlamentari regionali a cogliere l’opportunità della prossima approvazione dell’art.7 del disegno di legge in discussione all’ARS per istituire le città metropolitane di Catania Messina e Palermo, “affinché si eviti il suicidio territoriale per questi territori e la condanna per la Sicilia ad essere sempre di più la periferia dell’Europa”.
Rosaria Brancato