MESSINA – Lunedì 30 settembre cominceranno al molo Norimberga del porto di Messina le operazioni preparatorie per il rifornimento con Lng della nave Elio, ammiraglia della flotta Caronte & Tourist. Lng sta per gas naturale liquefatto (Gnl, o in inglese liquefied natural gas). Si tratta del carburante più ecologico. Il bunkeraggio, ovvero l’approvvigionamento, sarà poi effettuato, per la prima volta nello Stretto di Messina, venerdì 4 ottobre.
Commenta l’amministratore delegato Vincenzo Franza: “RIsulta paradossale essere stati fin qui obbligati a far viaggiare le nostre navi bi-fuel a gasolio a causa dell’assenza nei nostri porti di depositi di gas”. In aprile Franza aveva lanciato un appello proprio su questo versante, tramontata l’ipotesi di un deposito costiero di gnl tra Pistunina e San Filippo.
Si legge in una nota di Caronte & Tourist: “Benché la Elio sia stata, nel 2018, la prima nave bi-fuel, gasolio più gas, a solcare le acque del Mediterraneo, in tutti questi anni la nave è stata costretta ad andare a gasolio. Il tutto a causa dell’assenza nell’area dello Stretto di un deposito per lo stoccaggio del Lng e degli improponibili costi per far giungere questo combustibile, in atto il più pulito tra quelli di larga reperibilità, via terra. Una flessione del prezzo di mercato del Lng, nell’ultimo anno, ha reso possibile il bunkeraggio prima della Nerea (lo scorso 11 aprile al porto di Trapani), ora della Elio.
“Le operazioni di bunkeraggio, fin dalla fase preparatoria, saranno coordinate dal team tecnico di C&T di concerto con le autorità preposte al controllo e alla sicurezza”, viene specificato.
In attesa della industrializzazione della produzione di carburanti ancora più performanti e puliti, il Gnl è stato individuato come il carburante di larga reperibilità in grado di assicurare significativi tagli alle emissioni climalteranti e nocive. In particolare, con riduzione del 45% di anidride carbonica, del 60% di ossidi di azoto e del 99% di ossidi di zolfo, oltre a un abbattimento del 99% del particolato.
Tuttavia lacune procedurali, costi di trasporto e assenza di infrastrutture avevano reso difficoltoso, o addirittura impossibile, l’approvvigionamento non solo per le navi ma anche per le sempre più numerose flotte di tir convertitesi al Gnl.