Carenza di magistrati, penuria del personale di cancelleria, numero di aule inadeguato ad ospitare l’enorme mole di contenziosi, soprattutto civili. E’ l’allarmante collasso delle strutture giudiziarie di recente denunciato dal presidente dell’Ordine degli Avvocati di Messina, Francesco Celona.
Una preoccupazione di grande rilevanza se si considerano le ricadute negative che questo stato di sfacelo ha nei confronti del regolare svolgimento dei processi, che si accumulano senza via di fuga, ma soprattutto nei confronti dei cittadini che vedono quotidianamente frustrata la loro legittima esigenza di una giustizia che li tuteli in modo celere e tempestivo.
Una problematica che ha sollecitato anche le dichiarazioni del movimento Viva Messina Viva che tramite il suo presidente, Ernesto Marcianò, ha voluto dare un input al miglioramento della situazione, promuovendo l’istituzione di un tavolo tecnico dove personalità politiche, operatori del settore giustizia e movimenti cittadini possano cooperare per trovare una soluzione al problema.
“Palazzo Piacentini – ha dichiarato Marcianò –, nonostante il pregevole rilievo artistico, è una struttura del tutto insufficiente a far fronte alle reali esigenze giudiziarie ed anche la costruzione del Palagiustizia satellite in cui la Regione aveva già investito ingenti risorse e che avrebbe dovuto fungere da provvidenziale appianamento delle attuali difficoltà sembra destinata a subire – almeno per il momento – una scoraggiante battuta di arresto a seguito della sentenza del Consiglio di Giustizia Amministrativa che ha annullato la delibera di assegnazione del relativo appalto a causa delle innumerevoli irregolarità riscontrate. Un’ultima speranza è riposta nel progetto della cosiddetta “Torre”, un edificio dentro il cortile di Palazzo Piacentini; si tratterebbe di un terreno demaniale dunque, circostanza che certo garantirebbe una maggiore snellezza dell’iter burocratico; un’idea, questa, sulla quale anche la magistratura si è espressa favorevolmente”.