L’Assemblea popolare è stato un modo per confrontarsi, valutare se esistano percorsi alternativi al rinnovo della concessione triennale per la Rada San Francesco, o soluzioni tampone in attesa che venga completato il porto di Tremestieri.
Numerosi gli interventi ma l’orientamento dell’amministrazione Accorinti sembra essere quello di considerare il bando come il “male minore”, l’unica via percorribile prima di liberare la città dai tir.
A chiamare a raccolta i messinesi è stato il movimento Cambiamo Messina dal basso, promuovendo l’incontro di ieri nel salone delle Bandiere di Palazzo Zanca.
Assenti i vertici dell’Autorità portuale (che erano stati invitati), presente il sindaco Accorinti, il vicesindaco Cacciola, gli assessori Pino, Santisi e De Cola.
Cambiamo Messina dal basso anche nelle scorse settimane ha ribadito il no al rinnovo della concessione ed il sì a ipotesi alternative in attesa del completamento dell’attracco, come ad esempio l’utilizzo del Molo Norimberga. Il movimento ha inoltre richiesto tariffe agevolate per i residenti e sanzioni concrete per tir e società che non rispettano quanto previsto dall’ordinanza in materia di deroghe e utilizzo della Rada San Francesco.
Numerosi gli interventi, per cercare di individuare altre strade al bando. A prendere la parola, dopo Federico Alagna e l’assessore Pino sono stati Michele Barresi, Renato Coletta, Antonio De Luca, Vincenzo Bertuccelli.
Per la prima volta si è dibattuto pubblicamente sulla questione, anche se, rispetto all’insediamento dell’amministrazione, la riflessione è arrivata ben 3 anni dopo.
Se l’assessore Pino, come già fatto in conferenza stampa, ha spiegato che non è scontato il sì al bando o comunque ai 3 anni di rinnovo, auspicando ad esempio l’utilizzo del Norimberga anche per i mezzi pesanti in alternativa a San Francesco e la realizzazione in tempi brevi del terzo scivolo a Tremestieri, a concludere i lavori è stato Accorinti.
Il primo cittadino ha sintetizzato quella che sarà la linea che prenderà l’amministrazione e cioè il rinnovo della concessione in attesa del completamento del porto di Tremestieri, visto come unica soluzione. Accorinti ha ricordato i giorni del blocco dei tir sul cavalcavia “mi hanno ostacolato tutti, comprese le altre istituzioni”, ma ha ammesso che non c’è altra strada che attendere il completamento di Tremestieri per liberare la Rada San Francesco.
Nel corso del dibattito sono emerse le perplessità ad esempio all’utilizzo del Norimberga per i mezzi pesanti in alternativa alla Rada, come ipotizzato dall’assessore Pino e come sostenuto da Accorinti in campagna elettorale nel 2013. Spostare i mezzi pesanti a Norimberga inoltre equivarrebbe ad aggravare la situazione della viabilità in centro (lo stesso Accorinti nel luglio 2014 fermò i tir sul cavalcavia proprio per questo). Anche i tempi per la realizzazione del terzo scivolo non sono compatibili con quelli del completamento del porto. Non sono mancati gli interventi volti ad evidenziare la scarsa incisività di Accorinti rispetto al tema della schiavitù ai tir, nonché le mancate sanzioni rispetto a quanto prevede l’ordinanza 488 e i provvedimenti che regolano il traghettamento tra le due sponde. E’ stato fatto rilevare come spesso i tir sbarchino alla Rada anche quando non è autorizzata alcuna deroga. Spetterebbe all’Autorità Marittima sanzionare chi viola il divieto di traghettamento dei mezzi pesanti in assenza di deroga, dal momento che la concessione è solo per i mezzi leggeri.
Difficile che l’amministrazione batta i pugni in seno al Comitato portuale ed è assai probabile che scelga la strada del via libera al bando per la concessione triennale. Insomma, rispetto al 2013 (ed ai 40 anni di battaglie) una totale inversione di posizione da parte del sindaco che, svestiti i panni del contestatore, deve adesso fare i conti con la realtà ed amministrare.
Chi invece ha scelto la strada della denuncia è la CUB, confederazione unità di base, attraverso i coordinatori provinciali Filippo Sutera e Vincenzo Bertuccelli. Il 31 dicembre il Cub ha presentato un esposto in Procura, al Prefetto, all’Autorità portuale di Messina, all’Autorità di sistema di Gioia Tauro, al sindaco ed al Ministro Delrio.
Nella nota vengono ricordati i più recenti episodi d’insabbiamento del porto di Tremestieri e le successive operazioni di dragaggio.
“Nei mesi precedenti l’insabbiamento a Tremestieri erano stati effettuati una media di circa 71 corse giornaliere– si legge nella nota- così ripartite: 37 da parte della Caronte &Tourist; 22 dalla Bluferries e 12 dalla Meridiano. Nei giorni feriali della settimana antecedente le festività natalizie mentre le altre società armatrici avevano ripreso la loro normale attività, effettuando in media giornaliera: 21 corse la Bluferries, e 12 la Meridiano, la Caronte &Tourist ha dimezzato la propria attività, riducendola ad una media di 18 corse giornaliere”.
Bertuccelli e Sutera ricordano che la Caronte ha in concessione la Rada in via praticamente esclusiva e che l’ordinanza 488/2013 ha incontrato l’opposizione sia della società che dell’Associazione autotrasportatori.
“Il provvedimento- prosegue la nota- è rimasto in gran parte inapplicato. Ciò premesso, ci si chiede: 1) Cosa ha indotto la società Caronte &Tourist a dimezzare la sue corse da e per la Sicilia dall’attracco di Tremestieri – Messina, contrariamente alle altre società armatrici? 2) E’ lecito che la società Caronte &Tourist continui ad utilizzare per i TIR, lo scalo della Rada San Francesco anche in assenza di emergenze? 3) Come mai l’Autorità Marittima non interviene per impedire, lo sbarco e l’imbarco dei TIR alle banchine della Rada S. Francesco, autorizzate solo per imbarco e sbarco di autovetture e pullman in assenza di emergenze?”.
Rosaria Brancato