«Per la Società di Trasformazione Urbana il Tirone – scrive Scoglio – l’incontro con gli azionisti, i capogruppo consiliari (tutti regolarmente invitati) gli Ordini professionali e Confindustria Messina (assente) era ed è finalizzato alla verifica del piano industriale della società le cui linee guida sono state approvate dalla Circoscrizione (all’epoca dei fatti denominata VIII, congiuntamente con la VII) e dal consiglio comunale e ciò secondo il metodo da me adottato sin dal mio insediamento nell’Amministrazione del sindaco Giuseppe Buzzanca. Tale fatto è comprovato dai pareri già espressi dagli ordini professionali». Nodo azionisti. C’è il caso Demoter, che dovrà cedere le proprie quote una volta posta in liquidazione e senza più il certificato antimafia negato dalla Prefettura, ma anche quello della Garboli, che avrebbe espresso l’intenzione di abbandonare la Stu messinese. Scoglio afferma di aver ribadito ai soci privati che «in ipotesi in cui non dovessero essere attuate o modificate le scelte politiche, amministrative e societarie, già esecutive, proporrà al consiglio comunale di dismettere la partecipazione societaria detenuta dal Comune. In particolare ha poi precisato che le attuali condizioni del socio Demoter sono ostative al mantenimento da parte di questa società della propria partecipazione all’interno di una società mista pubblico privato e che in ipotesi in cui i soci, fatta salva la vendita dell’azienda, intendano alienare quote di partecipazione azionaria possono farlo secondo lo speciale procedimento di evidenza pubblica previsto dallo statuto e dalla legge».
Scoglio ha rappresentato «l’importanza che la società raggiunga i propri obiettivi ritenuto il lungo lasso di tempo intercorso dalla sua costituzione e il grave danno di fiducia che ne deriverebbe, in caso di scioglimento della stessa, nella classe imprenditoriale per analoghi strumenti di partenariato attivabili anche per la zona Falcata, la Zir e la Zis, Mortelle Tono in un periodo in cui la grave crisi economica rende già di per sé difficile ogni forma di investimento. Ho poi formalizzato il mio personale convincimento in relazione alle critiche formulate da più parti al piano industriale, ribadendo che a mio avviso occorre prioritariamente realizzare le infrastrutture previste dal Contratto di quartiere e successivamente il parcheggio (la cui importanza è strategica ai fini della pedonalizzazione del centro storico) e la riqualificazione urbana di piazza Lo Sardo e del vecchio Tirone anche con la realizzazione di iniziative commerciali e di artigianato di produzione (orafi, argentieri etc.), l’edificio di S. Maria del Selciato, ed il restauro del palazzo degli elefanti, sospendendo la realizzazione degli interventi già approvati urbanisticamente e relativi al palazzo degli Uffici ed alla residenza di viale Italia».
«Quanto al progetto del Contratto di Quartiere finalizzato alla realizzazione degli interventi di edilizia pubblica e di riqualificazione di alcune scalinate ed opere di urbanizzazione – conclude Scoglio – ho rilevato che il Genio Civile di Messina, che pur aveva espresso pareri sia in sede di pre conferenza dei servizi decisoria e di comitato Regionale Urbanistica ha evidenziato dubbi circa la propria competenza a valutare, quale organo tecnico regionale, tale progetto e che conseguentemente oltre ad avere richiesto all’organo tecnico centrale (direzione generale) di esprimersi in merito, ho disposto che il Rup provveda all’inoltro del progetto alla Commissione Regionale per i lavori pubblici di cui peraltro fa parte anche il Genio Civile di Messina».