“Andremo alla Regione per vedere cosa si può fare…”. Lo aveva annunciato l’assessore all’arredo Urbano, Daniele Ialacqua, alla notizia della soppressione dei 400.000 euro destinati al restauro di Piazza Cairoli (vedi correlato). Da Palermo, però, rispondono senza possibilità d’appello: “Qui non abbiamo occhi per piangere”. L’unica – magra – consolazione è che i fondi Fas già destinati al progetto, non sono stati persi a causa di inadempienze burocratiche da parte del Comune di Messina. Come racconta un funzionario del dipartimento progettazione regionale, i fondi sono stati tagliati direttamente da Roma.
Raggiunto telefonicamente il funzionario spiega, infatti, che il finanziamento rientrava nei fondi CIPE – Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica – compresi nel piano strategico nazionale 2007-2013, in cui rientravano i fondi Fas. Una successiva rimodulazione concordata tra Regione, Ministero dello Sviluppo Economico e Cipe, ha portato a diversi tagli. Una vittima dei quali è stato proprio il progetto di restauro di Piazza Cairoli. Il finanziamento è stato, dunque, soppresso “dall’alto” a causa di una più generale politica di risparmio e contenimento della spesa pubblica. Dura lex, sed lex. E la Regione annuncia: non finisce qui. In futuro sono previsti, infatti, ulteriori tagli. Si parla di una cifra pari a 600 milioni di euro. Un numero impressionante che fa affievolire le speranze di riottenere qualsiasi incentivo da parte della Regione o dello Stato.
Il problema è che i lavori a Piazza Cairoli servivano soprattutto per una questione di sicurezza pubblica. Al di là dell’estetica, il parquet in legno di Iroko è talmente danneggiato da rappresentare un pericolo per i cittadini che vi transitano. Il progetto redatto dall’Ufficio Tecnico del Comune di Messina, dagli architetti Nino Principato e Salvatore Corace e dal Rup Giancarlo Berenato – interveniva proprio sul problema della sicurezza. “Oggi -si legge nel Verbale del progetto esecutivo – tutta la piazza ha bisogno di un intervento di sistemazione e valorizzazione, per il degrado causato dalla sconnessione del parquet in legno di Iroko; dall’insufficiente e mancato funzionamento delle griglie di raccolta acqua piovana; dalla poco funzionale posizione della segnalazione semaforica di via Dogali; dall’esigenza delle forze dell’ordine e di soccorso di potere transitare con i loro mezzi nella corsia tranviaria, al momento inadatta a tale scopo; dal degrado causato dalla ruggine negli anelli metallici di base delle quattro colonne a sostegno del grande portale e nei pilastri di sostegno alla pensilina”.
L’unico suggerimento che viene dagli uffici del dipartimento programmazione di Palermo è provare ad inserire il progetto nella programmazione che verrà pianificata per gli anni 2014-2020. Il progetto potrebbe essere inserito negli interventi compresi nella categoria Asse 6, con fondi comunitari che saranno ceduti tramite dei bandi di concorso. L’Asse 6 è ancora, però, in via di costituzione, nel frattempo la lista degli interventi da inserire è già incredibilmente lunga. (Eleonora Corace)