Un giorno atteso da lunghi anni. Non è ancora scritta la parola fine sul risanamento di via Taormina ma per venti famiglie quello di oggi è stato un momento commovente. Per un breve periodo le case furono anche occupate, poi la graduatoria venne pubblicata tra maggio e giugno: 14 gli assegnatari di via Taormina lato mare, 6 quelli di via Quinto Ennio. Dopo, immancabili, erano arrivati i ricorsi. Solo adesso la matassa è stata dipanata.
Hanno ricevuto le chiavi dei loro nuovi appartamenti, sul lato monte della strada, e ne sono entrati in possesso, pur se non possono ancora abitarli perché dovranno provvedere agli allacci delle utenze e traslocare i propri mobili che si trovano nelle vecchie casette da demolire.
La demolizione, appunto. Qui si gioca tutta la credibilità dell’operazione risanamento. Le venti famiglie restano legalmente custodi delle baracche fin quando non arriverà quel momento. Il piano di sbaraccamento è già stato predisposto ma deve essere messo a punto perché gli assegnatari non abitano in case attaccate tra loro, quindi è necessario lo sfratto amministrativo per chi rientra in graduatoria, che potrà usufruire di un 10 % di riserva sulle nuove assegnazioni. Restano esclusi, invece, coloro i quali hanno occupato le casette tre anni fa, quando fu consegnato il “palazzo rosa”, “gemello” di quello verde. L’obiettivo è quello di evitare il ripetersi di ciò che accadde in quell’occasione.
“Dal 2011 ad oggi le case rosa non hanno ancora ottenuto il certificato di abitabilità – spiega la dirigente del Dipartimento comunale alle Politiche per la casa, Maria Canale – pur se sono abitate. Dunque succede che alcune di quelle famiglie sono ancora custodi delle vecchie casette mentre altre sono state occupate”. Ma perché tempi così lunghi? “Non è determinato da noi – risponde la Canale – ma dall’Iacp”.
Quando, allora, si potranno demolire le casette? “Subito dopo che i nuovi assegnatari delle case verdi si trasferiranno – spiega la dirigente – ma non possiamo dare tempi precisi. Dipende da quando avranno i contratti per le utenze e si concluderanno i traslochi. Alcuni vogliono anche fare nuove pitturazioni interne perché insoddisfatti di quelle standard. In ogni caso, pure loro hanno l’obbligo di custodire le baracche che lasciano e, se non lo fanno, ne devono rispondere. Da parte nostra, cercheremo di sollecitare le operazioni perché si possano svolgere nel più breve tempo possibile”.
(Marco Ipsale)