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Come sarebbe Messina senza le baraccopoli: costi e benefici del risanamento

MESSINA – Demolire, riqualificare, risanare. Il lungo processo di risanamento di Messina passa dalla rigenerazione dei luoghi stessi. Piccoli e grandi pezzi di città sono stati o saranno liberati dalle baracche per essere restituiti alla collettività. Pensare che questo sia un vantaggio solo per chi in quelle abitazioni fatiscenti ci abita è una visione miope. Un baracca che viene demolita, insieme all’amianto che c’è sul suo tetto, è un bene per chi non avrà più quel veleno sulla testa ma anche per chi abita nei dintorni e non sarà più potenzialmente esposto a quel rischio.

Demolire bruttezza per generare bellezza

Ma non è solo un questione sanitaria, il risanamento è anche un fatto estetico e di sviluppo urbanistico. Il decoro e la bellezza di una città passano anche attraverso l’eliminazione del brutto. E le baracche oggettivamente lo sono. Oltre a non essere sicure e ad occupare, come nel caso dei controviali di Giostra, porzioni di strade che potranno tornare ad essere percorribili. Insomma demolire bruttezza per generare bellezza. Come? Attraverso la costruzione di nuove abitazioni, sostenibili e moderne, ma anche di nuovi spazi pubblici e aree verdi di cui la città ha estremamente bisogno. All’interno di queste aree, poi, potranno sorgere zone dedicate al fitness all’aria aperta, giochi per i bambini e nuovi spazi per la sosta delle auto.

Ecco, ad esempio, come cambieranno volto Fondo Saccà e Fondo Fucile, ma anche Camaro Sottomontagna, Rione Taormina o Bisconte. Questi sono alcuni dei rendering che danno l’idea di cosa sorgerà dove un tempo c’erano o ci sono ancora baracche.

Risanare, però, non significa solo abbattere baracche e distribuire le persone che ci abitavano negli alloggi disponibili sul territorio comunale. Quelle famiglie vanno accompagnate in un percorso di inclusione sociale. Con questo scopo è nato il progetto “Percorsi nuovi dell’abitare”, per dare una possibilità ad affacciarsi nel mondo del lavoro a chi non aveva titoli e prospettive. In molti hanno saputo cogliere l’occasione, dandosi da fare per farsi spazio nella società. Riqualificazione urbana e processi di inclusione sociale non sono due binari paralleli, proprio dal loro incontro può dare davvero i suoi frutti l’opera di risanamento.

6 aree sbaraccate: una nuova vita per 2000 persone

I numeri ci dicono che dal 2018 sono 6 le aree sbaraccate e circa 2000 gli abitanti coinvolti nelle assegnazioni. Sono state messe a disposizione della cittadinanza circa 500 case, 120 grazie ai Pon Metro. Parallelamente sono stati avviati 660 tirocini formativi della durata di due anni e 2.500 dedicati esclusivamente ai giovani di età compresa fra i 16 e i 25 anni. Nelle tre edizioni del progetto “L’estate addosso”, dal 2021 al 2023, i ragazzi appartenenti alle famiglie più fragili della città hanno potuto fare la loro prima esperienza formativa e percepire un rimborso mensile. Piccole forme di indipendenza, anche economica, per giovani che non avevano mai lavorato o che avevano già lasciato gli studi.

Ecco i finanziamenti che hanno consentito tutto questo

Della precedente amministrazione Accorinti c’erano ancora nel cassetto i fondi del progetto Capacity, con i quali è stata già realizzata gran parte dell’opera di riqualificazione di Fondo Saccà. Nei 5.450 mq liberati dalle vecchie case D’Arrigo sono stati realizzati, e altri si realizzeranno dopo la bonifica dell’area, edifici residenziali sostenibili, aree verdi, area playground, area parking e spazi per le attività sociali.

Poi i fondi Pon Metro 2014-2020 – React EU: 22.421.274,99€ spesi per l’acquisto di immobili, servizi sociali volti alla formazione e all’inclusione sociale e riqualificazione urbana. Subito dopo i 23 milioni del progetto Pinqua, destinati all’acquisto e realizzazione di nuovi immobili e opere di urbanizzazione primaria volte al sociale, come ad esempio Fondo Fucile. In quei 14.413 mq liberati dalle baracche sorgeranno con parte di questi fondi edifici residenziali, aree verdi, orti urbani, asilo nido, centro diurno per anziani e area parcheggio.

Poi i poteri speciali del commissario al Risanamento

Poi sono subentrati i poteri speciali del commissario del governo per il Risanamento, prima nella persona della prefetta Cosima Di Stani e poi del presidente della Regione siciliana Renato Schifani. Da marzo del 2023 il suo sub commissario, Marcello Scurria, porta avanti il lavoro con il suo ufficio in un’ex caserma di Camaro San Luigi. Demolizione delle aree baraccate, acquisto e realizzazione di nuovi immobili sono gli obiettivi per questo anno definito da Scurria stesso “mirabilis”, per via dell’ambizioso progetto di demolire ben 8 baraccopoli. La prima a cadere è stata quella di Camaro Sottomontagna, si procederà poi con via Catanoso, già sgomberata e pronta ad accogliere le ruspe, e subito dopo l’ex Lavatoio di Giostra.

Gli ultimi fondi che verranno investiti in ambito di risanamento e inclusione sociale sono i Pon Metro Plus 2021-2027, che consentiranno all’amministrazione comunale di portare avanti il progetto Fertility. Si tratta dell’avvio di percorsi che dalla conclusione dei percorsi formativi accompagnino le persone nel mondo del lavoro. In questa fase di rinnovo dei tirocini “Percorsi nuovi dell’abitare” si stanno gettando le basi per intraprendere questa nuova strada. Di tutti questi finanziamenti soggetti attuatori sono sempre l’agenzia per il Risanamento Arisme e il Comune di Messina attraverso l’azienda speciale Messina Social City.

Potenziare il parco alloggi Erp

Fra le misure adottate c’è anche quella di potenziare il parco immobili per edilizia residenziale pubblica. 9.542.099,38€ delle risorse Pon Metro sono state spese, o lo saranno, per questi acquisti. “L’intervento riguarda il potenziamento della dotazione del parco alloggi ERP (Edilizia residenziale pubblica) mediante l’acquisto di immobili sul libero mercato agibili e prontamente abitabili al fine di garantire una efficace risposta alla situazione di emergenza abitativa propria della Città di Messina e contribuire, grazie all’apporto del programma, alla risoluzione del problema del risanamento urbano delle periferie della Città con la definitiva demolizione delle case baraccate”, si legge in un documento stilato dal direttore generale del Comune di Messina Salvo Puccio.

Risanare è un bene per tutti, non solo per chi vive in baracca

I risultati raggiunti finora hanno avuto risvolti positivi per la città, da una parte, e per i nuclei familiari, dall’altra. Messina ha avviato un processo di riqualificazione di alcune delle aree degradate: il lavoro da fare è ancora lungo (le baraccopoli rimaste sono 73) ma la strada è già tracciata. A questo si aggiunge la potenziale riduzione dei fenomeni connessi all’esclusione sociale, come la microcriminalità, o la diminuzione dei fenomeni di ghettizzazione. Allo stesso tempo per le persone che sono uscite da un contesto di degrado sono sicuramente migliorate le condizioni abitative, ma in alcuni casi anche quelle di salute, economiche e lavorative.