Esplode di nuovo la polemica sulle baracche messinesi. La questione è tutta politica e si muove sull’asse Messina-Palermo. A scatenare l’ira del sindaco Cateno De Luca sono state alcune dichiarazioni in aula all’Ars del deputato Pd Antonello Cracolici.
Durante la discussione su una serie di emendamenti da inserire nella Legge 10 del 1990, cioè la legge per il risanamento, Cracolici ha duramente contestato uno dei passaggi inseriti per modificare la legge. Prima di lui lo aveva fatto anche il collega Anthony Barbagallo.
Si tratta di un comma che dà al sindaco la possibilità di assegnare alloggi fuori dalle graduatorie a quelle famiglie in cui ci sono gravi malattie accertate dall’Asp e dai servizi sociali. Una deroga alle graduatorie, in quanto il sindaco è anche massima autorità sanitaria, per quei casi gravissimi che non possono rimanere in baracca.
Una discussione che risale ad oltre un mese fa, ma che il sindaco Cateno De Luca ha deciso di rilanciare con forza. Soprattutto dopo l’ultima relazione dell’Asp di Messina che ha accertato 47 casi di malati terminali che vivono nelle baracche messinesi in attesa di una casa vera e dignitosa.
«Ho sempre considerato Antonello Cracolici una persona perbene, di elevata statura morale e politica. Sono certo che le sue dichiarazioni nella seduta all’Ars del 25 settembre scorso durante il dibattito sul risanamento siano frutto della non conoscenza della drammatica realtà delle baracche di Messina. Ho appreso la gravità delle affermazioni dell’on. Cracolici e desidero invitarlo a Messina per fargli prendere un caffè in quegli insalubri ambienti sotto l’amianto.
Lì dove io, probabilmente, ho contratto leishmaniosi – infezione che combatto da oltre 4 mesi – in occasione delle mie continue visite e sopralluoghi, dove vivono bambini ed intere generazioni trattate come i lebbrosi dalla politica blasonata».
De Luca punta dritto così contro il deputato Pd. Lo invita per un caffè in baracca e racconta di aver contratto probabilmente una malattia proprio in quelle baracche.
«Cracolici lo chiama abuso d’ufficio, io lo chiamo umanità e buonsenso verso dei poveri Cristi obbligati a vivere in un ambiente malsano e nocivo. Ho deciso di abbandonare il Parlamento siciliano anche per questo motivo: non essere uno dei tanti criminali di intere generazioni massacrate dagli onorevoli deputati siciliani che parlano su tutto e spesso a vanvera».
«Avevamo chiesto al Parlamento siciliano di approvare una norma che consentisse al sindaco di Messina di poter agire più agevolmente rispetto ai casi più disperati. Esercitando quel ruolo, in verità già in parte disciplinato dalle normative generali, di massima autorità sanitaria locale».
De Luca chiede dunque al deputato di venire a Messina: «Resta inteso che a Cracolici offriremo anche una delle nostre pietanze più prelibate: pesce stocco a ghiotta affogato con vino mamertino o di Faro, con cannoli alla ricotta e tanti cotillon».