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Risanamento, Falcone porta 14 milioni cash: “Remiamo tutti nella stessa direzione”

Il lavoro fatto a Palermo è stato soprattutto quello che di andare a cercare là dove negli ultimi decenni sono finite le somme dell’ormai famosa legge 10 del ’90, quella sul risanamento.

Molte somme, è bene ricordarlo, le abbiamo perse per incapacità tutta nostra e per la capacità altrui di usare risorse che noi dimenticavamo.

Ma un piccolo tesoro resta e quello non deve andare perduto.

Nel ’90 erano 500 miliardi di lire, 28 anni dopo la ricognizione avviata dall’assessore regionale Marco Falcone registra che ne sono rimasti 350 miliardi di lire cioè 175 milioni di euro (quindi in 3 decenni ne sono stati spesi un terzo). Di questi 175 ne sono stati spesi 80 milioni di euro ma in base alla ricognizione la metà di questi, ovvero 40, si deve capire in che modo sono stati utilizzati.

Oggi sono qui con 4 decreti e con una nuova filosofia che vogliamo portare avanti per il risanamento- ha detto l’assessore Falcone in Consiglio Comunale– L’obiettivo è garantire una maggiore celerità negli interventi attraverso l’acquisto degli immobili, nonché quello di dare impulso al mercato immobiliare”.

Falcone si è presentato con somme “cash”, immediatamente spendibili pari a 14 milioni di euro. Una cifra questa che, basandosi sull’acquisto di alloggi a 70 mila euro ciascuno, potrebbe “liberare” circa 200 immobili.

Ci sono poi altri 16 milioni di euro della Regione destinati a completare gli interventi costruttivi di Santa Lucia sopra Contesse e Fondo Basile, che sono però ancora nella fase progettuale. Spetta al Comune quindi decidere se usare queste somme e completare gli interventi (molto più difficile se non impossibile l’ipotesi di scegliere in alternativa l’acquisto). Le somme quindi arriveranno strada facendo.

Nel solo caso di Santa Lucia- ha spiegato Falcone per fare un esempio- inizialmente gli alloggi previsti erano 46 per 10 milioni di euro, poi sono diventati 41 ma nel frattempo sono stati spesi 5 milioni di euro. Un paradosso se mettiamo a confronto il numero delle abitazioni e la cifra …… Stando a questi numeri ogni immobile costa 200 mila euro……”

Infine restano altri 22 milioni di euro che potrebbero, attraverso una norma ad hoc, “ritornare” nella piena ed immediata disponibilità del Comune giacchè in questi decenni dopo aver compiuto un lungo giro sono finiti in un imbuto ad altissimo rischio di “scomparsa”.

In totale i milioni tra quelli “cash”, quelli in itinere e quelli per i quali i tempi sono più lunghi, si arriva a 52 milioni di euro. Un totale che dovrebbe comportare la cifra di 600 immobili, in gran parte acquistati.

ArisMe ha costruito un percorso dovendo fare i conti con i problemi legati al doppio binario tra Iacp e Comune- ha dichiarato il vicesindaco Salvatore Mondello– In questi mesi abbiamo dovuto fare un lavoro immane per fronteggiare ostacoli e continui corti circuito. Abbiamo recuperato carteggi che risalivano alla notte dei tempi”.

L’ArisMe, come più volte detto, ha fissato criteri stringenti per l’acquisto degli alloggi, basandosi sulla normativa europea per evitare d’incappare in “fregature” di vario genere e diventare “rottamatori” di case.

Dalla legge 10 ad oggi- ha continuato Mondello- quindi in 28 anni, sono state consegnate 300 case, noi puntiamo a darne 500 in un anno…….

Non sono mancate le frecciate al governo nazionale giallo verde che sul fronte risanamento non ha fatto nulla (nonostante le dichiarazioni del ministro Salvini in estate “sarò al fianco del sindaco”), ed anzi ha colto la palla al balzo dello stop alla dichiarazione dello stato d’emergenza da parte della Protezione civile

Qui non c’è nessuno bravo o meno bravo, dobbiamo remare tutti nella stessa direzione- ha concluso il vicesindaco– Siamo l’unico caso in Occidente in queste condizioni eppure non riusciamo ad operare all’unisono”.

Presenti in Aula anche i deputati regionali Franco De Domenico (Pd) e Danilo Lo Giudice (gruppo misto).

Nel corso del dibattito sono intervenuti, con una serie di spunti, di analisi e di suggerimenti, i consiglieri comunali Alessandro Russo, Salvatore Sorbello, Libero Gioveni, Salvatore Serra, Gaetano Gennaro, Giuseppe Fusco, Dario Zante, Piero La Tona, Felice Calabrò, Cristina Cannistrà

Nessun sussulto di vergogna c’è stato in questi 28 anni quando avvenivano i saccheggi- ha poi affondato il colpo il sindaco De Luca– I numeri sono impietosi ed in 28 anni ne sono stati spesi 118 milioni di euro…..per circa 500 immobili. I responsabili del fallimento sono gli organi attuatori. Nessuno può pensare che in 7 mesi noi avremmo potuto fare quello che non è stato fatto in 28 anni”.

Il sindaco ha poi ricordato come per la prima volta, dallo scorso anno, si è posto fine al doppio binario, affidando al Comune, attraverso ArisMe, l’unica competenza ed ha evidenziato il grande lavoro fatto alla Regione per rifinanziare la legge 10, destinando le somme che erano andate perse proprio al risanamento. Solo da poco tempo inoltre è iniziato il passaggio di consegne delle aree dall’Iacp ad ArisMe. C’è poi il problema di una serie di baraccopoli non censite nel 2002 (censimento iniziato nel ’95), decine di famiglie che hanno comunque diritto all’alloggio. Il censimento deve quindi essere aggiornato. De Luca ha confermato un cronoprogramma a 3 anni.

Nel rispondere ai consiglieri comunali l’assessore regionale Falcone ha ribadito: “Abbiamo fatto qualcosa di normale, ma in Sicilia la normalità appare eccezionale. Quello che era dovere non è stato esercitato. Il governo Musumeci ha preso un impegno per Messina. Nei 5 anni nel settore infrastrutture vogliamo investire 150 milioni di euro. Sul risanamento noi continueremo a vederci per seguire ogni singolo passo”.