“L’abbattimento delle baracche deve essere contestuale al passaggio da casa a casa, senza prevedere politiche dei due tempi: prima si abbattono le baracche, dopo si fanno le case e nel frattempo le famiglie vengono messe in situazioni alloggiative precarie. Questo sarebbe inaccettabile e un inganno nei confronti di chi da anni vive in una condizione incivile”.
Lo dicono Walter De Cesaris, segretario nazionale Unione Inquilini, e Antonio Currò, della segreteria nazionale Unione Inquilini e rappresentante Unione Inquilini Messina, dopo l’emendamento del Governo al decreto Covid, che dovrebbe stanziare 100 milioni.
“Deve essere chiarito il carattere di edilizia residenziale pubblica a canone sociale dei nuovi alloggi e i relativi progetti devono essere partecipati e condivisi con le rappresentanze dei residenti e i sindacati – proseguono – in quanto non vogliamo nuovi ghetti o casermoni, tipo Vele di Scampia, che riproducono emarginazione e degrado”.
Preoccupazione anche per le risorse: 100 milioni probabilmente non basteranno. “La mobilitazione dei residenti e quella dell’Unione Inquilini continueranno oggi ancora più di ieri affinché il risanamento sia effettivo e completo e comprenda come elemento essenziale il passaggio da casa a casa, contestuale all’uscita dalle baracche, in una condizione abitativa finalmente adeguata, che garantisca servizi e diritti sociali”.