E’ necessario mettere in sicurezza l’aula bunker del carcere di Gazzi a Messina dove, quando le udienze sono affollate, si rischia il contagio coronavirus e si verificano situazioni di disagio e tensione.
Lo chiede la Camera Penale Pisani -Amendolia di Messina, che già ieri ha polemizzato con la decisione del giudice per l’udienza preliminare Simona Finocchiaro che ha negato il rinvio dell’udienza dell’operazione Nebrodi, malgrado nell’aula ci fossero oltre cento persone, senza alcuna possibilità di distanza.
“E’ evidente che quanto ieri occorso avrebbe dovuto essere scongiurato ed evitato in via preventiva. Chiediamo che le signorie vostre emanino i provvedimenti di rispettiva competenza perché simili situazioni non abbiano più a verificarsi”, scrive l’avvocato Bonaventura Candido, presidente della Camera, al presidente della Corte d’appello di Messina, al Procuratore Generale, al presidente del Tribunale ed al dirigente dell’ufficio Gip/Gup.
“I difensori degli imputati (alcuni anche con istanze scritte) avevano rappresentato l’esigenza che il processo venisse rinviato. Tale richiesta si fondava sulla più che fondata preoccupazione che tutti gli interessati al procedimento fossero esposti a seri rischi di contagio per l’impossibilità, soprattutto, che potesse essere garantito il distanziamento.
Come paventato, si è purtroppo puntualmente verificato che tra i banchi della difesa la distanza tra un Avvocato e l’altro fosse praticamente inesistente.
A ciò va aggiunto che il mancato accoglimento della richiesta di rinvio di un difensore già contagiato dal virus covid 19, effettivamente in data 02.11:2020 esonerato dall’obbligo di permanenza domiciliare, ma comunque ancora positivo in data 30/10/2020 (e non provvisto di certificato attestante la negatività), ha determinato la sua necessaria partecipazione all’udienza ed ha destato gravi preoccupazioni tra tutti i presenti – tra questi anche una collega in gravidanza prossima al parto – tanto che il Giudice ha ritenuto di doverlo invitare – circostanza poco piacevole per il collega così, di fatto, pubblicamente indicato come potenziale fonte di contagio – a distanziarsi da tutte le persone in aula.”, ripercorre nella nota ufficiale la Camera Penale.