Il futuro di Messina passa non solo dalla volontà politica di scongiurare il dissesto, ma anche dal giudizio tecnico della Corte dei Conti. E’ questo il dato più significativo emerso dalla trasferta romana del sindaco Cateno De Luca, che dovrà provare ad evitare il crac del Comune non solo e non tanto dialogando con le parti sociali e con il Consiglio comunale ma sopatttutto convincendo i magistrati contabili della bontà e sostenibilità del percorso tracciato dal “Salva Messina” per la rimodulazione del piano di riequilibrio.
Il dirigente del Ministero Giancarlo Verde, che da anni segue le vicissitudini del piano di riequilibrio di Messina – lasciato a "bagnomaria" per anni forse non per caso (se fosse solido e sostenibile come sostengono gli ex amministratori sarebbe già stato approvato) – ha infatti consigliato al primo cittadino di avviare un’interlocuzione con la Corte dei conti, al fine di chiarire in maniera definitiva se è possibile inserire nella manovra pluriennale anche i debiti creati dal 2014 in poi (VEDI QUI).
L’interlocuzione con la magistratura contabile si preannuncia tutt’altro che semplice, perché in questi anni la Sezione di controllo della Corte dei Conti è stata una vera spina nel fianco per Palazzo Zanca. Sia durante l’amministrazione Buzzanca che durante l’amministrazione Accorinti sono state recapitate negli uffici dell’ente note di duro richiamo.
Ad esempio, solo lo scorso gennaio, la delibera 232 – che prendeva in esame consuntivo 2015 e previsionale 2016/2018 – evidenziava una serie di gravi anomalie e criticità, segnalando in particolare: la formazione di nuovi debiti fuori bilancio, la mancanza di coperture delle somme relative al Concordato con Messinambiente (20 milioni di euro da inserire nei bilanci sulle annualità dal 2020 al 2023, in misura pari a 5 milioni di euro annui); la scarsa governance esercitata dall’ente sulle società partecipate (VEDI QUI). Tutto questo mentre la giunta Accorinti – in carica ormai da cinque anni – raccontava di aver risanato i conti dell’ente ed avviato un percorso virtuoso.
Al sindaco De Luca spetta l’arduo compito di convincere i magistrati contabili che la musica è cambiata e che il Comune di Messina è davvero in grado di invertire la rotta, garantendo gli equilibri di bilancio previsti dalla legge.
Come finirà la mission impossible del primo cittadino al cospetto della magistratura contabile lo scopriremo solo vivendo, intanto De Luca ha programmato, già a partire da questo fine settimana, gli incontri con dirigenti e vertici delle partecipate per discutere delle misure del "Salva Messina". Venerdì, sabato e domenica ci sarà una vera e propria full immersion per approfondire i nodi legati ad Atm, Amam, Messinambiente, servizi sociali e riorganizzazione del palazzo, con riunioni programmate a partire dalle 5 del mattino.
Da lunedì, il tour de force si sposterà in Aula consiliare. Nell’ultima conferenza dei Capigruppo è stato stabilito il calendario di massima per la discussione dei provvedimenti attuativi del “Salva Messina” e della rimodulazione del piano di riequilibrio finanziario: dal 29 ottobre al 3 novembre audizioni nelle commissioni; dal 5 al 10 novembre analisi dei singoli provvedimenti in commissione bilancio ampliate con quelle di merito; dal 12 al 17 novembre Consiglio comunale sui singoli provvedimenti attuativi del Salva Messina.
Dal 19 al 21 novembre sono previsti l’esame e la votazione del piano di riequilibrio in Consiglio comunale, ma il Ministero ha espressamente chiesto al sindaco di approvare la manovra pluriennale entro il 20 novembre. I tempi dunque dovranno essere accorciati.
Tutti ai nastri di partenza, la maratona per tirare il Comune di Messina fuori dalle sabbie mobili del dissesto sta per iniziare.
Danila La Torre